29 febbraio 2012

Milano-Roma-Ostia… tutta d’un fiato per un carico pieno d’emozioni! di R. Croce

In un giorno in cui hai bisogno di una giusta motivazione per riprendere seriamente ad allenarti pensi a quale può essere il tuo prossimo obbiettivo per aiutarti a reagire e da qui parte la mia proposta: “E se…….. Roma-Ostia? Yes we can!"
 
Che bello ritornare a Roma, la città in cui ho corso la mia prima maratona, come dimenticarsi! Ma la Roma-Ostia è un’altra cosa, un altro percorso e un’altra storia da raccontare. Arrivo a Roma con i miei compagni di viaggio Sabato pomeriggio,  ci dirigiamo a “La Casa Roma Ostia” per il ritiro dei pettorali, e qui incontriamo Antonio Capasso sempre molto attento a catturare volti noti e meno noti come i nostri! Quindi, ricapitoliamo: pettorali
ritirati, abbigliamento scelto, integratori presi, tutto è pronto, puntiamo la sveglia e sogni d’oro a tutti. Domenica mattina, suona la sveglia, dai su su basta pensieri, basta programmi , prepariamoci e andiamo alla partenza. Mi piace il pre-gara, l’adrenalina, il profumo delle creme  scaldamuscoli, le voci di chi come me è lì pronto ad affrontare una nuova sfida contro il tempo. Bacini e bacetti ai miei compagni (non stavamo partendo né per il militare né per la guerra ma i saluti portano bene!) e ognuno si posiziona nella propria griglia; come un polipo mi attacco subito al pacer Fabio e si parte, ma troppo casino si corre a singhiozzo e non mi piace, chi come me che segue “la lepre”  spinge un po’ troppo così decido di aumentare un pochino e guadagnare qualche metro e, meno male perché un attimo dopo sento un urlo e vedo a terra proprio un ragazzo; ma al quinto Km iniziano i problemi, un dolore al fianco destro mi fa rallentare un po’, stringo i denti, respiro naso-bocca-bocca- naso e provo a concentrarmi sui miei passi; dopo un attimo vengo superata  da Fabio il “mio pacemaker” e il dolore aumenta così  decido di spostarmi sulla destra e fermarmi, cammino qualche metro e vedo che avanti 100 mt c’è il ristoro, lo raggiungo bevo un po’ d’acqua, ormai ho perso ogni riferimento così riparto da zero e ripeto in testa un trucco che mi ha insegnato Marco “corri un chilometro alla volta”;  7, 8, 9 pizzica ancora il fianco ma non ascolto il dolore, e arriva il momento di affrontare quegli  800 mt di salita, guardo le mie scarpette nuove e via, forza Roby ancora un piccolo sforzo e poi la strada sarà in discesa in tutti i sensi; siamo a metà strada, fatica fatica, tanta, devo trovare un modo per non pensarci , purtroppo non ho portato la musica perché il programma prevedeva altro così mi guardo un po’ intorno ma il paesaggio è un po’ monotono e lungo il percorso non c’è molto tifo;  16°Km “C’è nessunoooooooo???”  certo che si, eccolo Davide lui sorride ma io solo smorfie,  ho solo la forza di chiedergli dov’è il ristoro, e proseguo sola soletta,  ma solo per 2 Km perché poi un altro volto a me noto mi viene in soccorso, riesco anche a parlargli, ma solo per comunicargli che ho la nausea; forza Roby non mollare proprio adesso ne mancano due,  è come se fosse una ripetuta, cosa vuoi che sia; 20°Km ultimo piccolo strappettino (anche se per me uno strappettino è come scalare il Mortirolo!) e siamo al 21°, inizio a sentire le voci, lo speaker, la musica, vedo il gonfiabile…….. sono arrivata finalmente!  Mi siedo a terra e  proprio non me l’aspettavo, un pizzico di emozione mi fa accelerare i battiti, quei battiti che ho sentito per 21,097 Km, quei battiti del mio cuore che anche oggi mi hanno regalato l’emozione di concludere un’altra bellissima esperienza. Grazie e complimenti anche a Davide, Paola, Roberto, Beppe e il coach Marco che hanno condiviso con me questa bella avventura.
Roberta Croce
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