In un
giorno in cui hai bisogno di una giusta motivazione per riprendere seriamente
ad allenarti pensi a quale può essere il tuo prossimo obbiettivo per aiutarti a
reagire e da qui parte la mia proposta: “E se…….. Roma-Ostia? Yes we can!"
Che
bello ritornare a Roma, la città in cui ho corso la mia prima maratona, come
dimenticarsi! Ma la Roma-Ostia è un’altra cosa, un altro percorso e un’altra
storia da raccontare. Arrivo a Roma con i miei compagni di viaggio Sabato pomeriggio, ci dirigiamo a “La Casa Roma Ostia” per il
ritiro dei pettorali, e qui incontriamo Antonio Capasso sempre molto attento a
catturare volti noti e meno noti come i nostri! Quindi, ricapitoliamo:
pettorali
ritirati, abbigliamento scelto, integratori presi, tutto è pronto,
puntiamo la sveglia e sogni d’oro a tutti. Domenica mattina, suona la sveglia,
dai su su basta pensieri, basta programmi , prepariamoci e andiamo alla
partenza. Mi piace il pre-gara, l’adrenalina, il profumo delle creme scaldamuscoli, le voci di chi come me è lì
pronto ad affrontare una nuova sfida contro il tempo. Bacini e bacetti ai miei
compagni (non stavamo partendo né per il militare né per la guerra ma i saluti
portano bene!) e ognuno si posiziona nella propria griglia; come un polipo mi
attacco subito al pacer Fabio e si parte, ma troppo casino si corre a
singhiozzo e non mi piace, chi come me che segue “la lepre” spinge un po’ troppo così decido di aumentare
un pochino e guadagnare qualche metro e, meno male perché un attimo dopo sento
un urlo e vedo a terra proprio un ragazzo; ma al quinto Km iniziano i problemi,
un dolore al fianco destro mi fa rallentare un po’, stringo i denti, respiro
naso-bocca-bocca- naso e provo a concentrarmi sui miei passi; dopo un attimo
vengo superata da Fabio il “mio
pacemaker” e il dolore aumenta così
decido di spostarmi sulla destra e fermarmi, cammino qualche metro e
vedo che avanti 100 mt c’è il ristoro, lo raggiungo bevo un po’ d’acqua, ormai
ho perso ogni riferimento così riparto da zero e ripeto in testa un trucco che
mi ha insegnato Marco “corri un chilometro alla volta”; 7, 8, 9 pizzica ancora il fianco ma non
ascolto il dolore, e arriva il momento di affrontare quegli 800 mt di salita, guardo le mie scarpette
nuove e via, forza Roby ancora un piccolo sforzo e poi la strada sarà in
discesa in tutti i sensi; siamo a metà strada, fatica fatica, tanta, devo
trovare un modo per non pensarci , purtroppo non ho portato la musica perché il
programma prevedeva altro così mi guardo un po’ intorno ma il paesaggio è un
po’ monotono e lungo il percorso non c’è molto tifo; 16°Km “C’è nessunoooooooo???” certo che si, eccolo Davide lui sorride ma io
solo smorfie, ho solo la forza di
chiedergli dov’è il ristoro, e proseguo sola soletta, ma solo per 2 Km perché poi un altro volto a
me noto mi viene in soccorso, riesco anche a parlargli, ma solo per
comunicargli che ho la nausea; forza Roby non mollare proprio adesso ne mancano
due, è come se fosse una ripetuta, cosa
vuoi che sia; 20°Km ultimo piccolo strappettino (anche se per me uno strappettino
è come scalare il Mortirolo!) e siamo al 21°, inizio a sentire le voci, lo
speaker, la musica, vedo il gonfiabile…….. sono arrivata finalmente! Mi siedo a terra e proprio non me l’aspettavo, un pizzico di
emozione mi fa accelerare i battiti, quei battiti che ho sentito per 21,097 Km,
quei battiti del mio cuore che anche oggi mi hanno regalato l’emozione di
concludere un’altra bellissima esperienza. Grazie e complimenti anche a Davide,
Paola, Roberto, Beppe e il coach Marco che hanno condiviso con me questa bella
avventura.
Roberta Croce
***
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