Ho deciso di iscrivermi a questa
mezza perché l’avrei fatta a ritmo maratona come allenamento per la Maratona di
Valencia che mi aspetta a fine mese.
Pur sapendo che il percorso non
sarebbe stato esaltante perché si svolgeva per lo più nella zona industriale di
Busto mi sono iscritta. Nella preparazione di una maratona la mezza deve essere
vista come un allenamento nel percorrere kilometri e basta.
Domenica mattina mi sveglio
presto e fuori piove! Sembra che sia un “classico” alla mezza di Busto (detto
da chi ha partecipato più volte) ma sono decisa a correrla. Giunta sul luogo trovo
ad accogliermi un’organizzazione impeccabile: spogliatoi puliti, deposito borse
organizzatissimo e tanto spazio al caldo e al coperto ove poter attendere l’ora
della partenza. I soliti amici arrivano e si scambia qualche battuta sul
percorso. Piove ma io decido di non coprirmi tanto anche perché fuori la
temperatura è intorno ai 17 gradi. Un cappellino per coprire la mia testolina,
maglietta a manica corta e pantaloncino corto.
Alle 9,30 si parte! Il percorso è
piatto e molti partono molto veloci. Io ho deciso di impostare un ritmo di
comfort. Fatico a rompere il fiato perché sono un diesel e parto sempre senza
fare riscaldamento ma tutto sommato riesco a correre ad un ritmo accettabile
senza arrancare. Corro da sola perché gli altri sono più avanti, pochi sono
rimasti dietro ma molto distaccati e io fino al decimo kilometro decido di non
ascoltare musica e di correre ascoltando solo me stessa. Ho letto che la corsa
è un viaggio dentro sé stessi ed è vero. Nel silenzio di quelle strade si
srotolano nella mia testa pensieri, sensazioni, paure, gioie. Corro da sola ma
non mi dispiace perché sono abituata. Anzi per me è talmente normale correre
solitaria che se avessi tanta gente accanto mi darebbe fastidio. Nella vita di
tutti i giorni sono sempre in mezzo al frastuono e questi momenti di silenzio
sono preziosi. Riposano le orecchie, riposa il cervello, e riposa l’anima. Si
sente solo il rumore delle mie Nimbus sull’asfalto bagnato, un incedere
regolare, e il mio respiro che non
assomiglia più allo sbuffare di una locomotiva
come qualche anno fa quando iniziai a tentare di correre.
La corsa mi ha dato tanto: oggi
rispetto a tre anni fa mi sento una donna dal carattere forte, determinata ad
arrivare dove voglio e questo fa di me una persona sicura di sé stessa, con dei
valori in cui credere a cui prima non badavo nemmeno. La bella vita non è fatta
di gioielli, vestiti, viaggi e oggetti materiali. La bella vita è fatta di
fatica, sudore e l’immensa soddisfazione di sapere di potercela fare sempre.
Assorta nei miei pensieri ed
elucubrazioni arrivo al famigerato 17esimo kilometro e si inizia a soffrire, la
stanchezza si fa sentire e le gambe incominciano a farsi legnose, bisogna
stringere i denti ed attingere alle risorse della mente perché solo lei è in
grado di portarmi al traguardo. Penso che tutto sommato potrei rallentare e
prendermela comoda perché per me è solo un allenamento questa gara ma io sono
orgogliosa e di cedere proprio non mi va.
Guardo il mio Garmin che mi dà la
conferma di aver fatto una bella corsa fino ad ora e poi scatta qualcosa: il mio “ki” si fa sentire. Con questo termine
orientale si intende “l’energia vitale” che permea il nostro corpo e lo spazio che ci
circonda, praticamente tutto, ma solo alcune persone riescono ad utilizzarla e,
soprattutto, a vederla e, forse, é proprio qui il nodo della questione. Ammesso
che questa energia esista, il primo problema é appunto quello di riuscire a
vederla o, ancor meglio, “sentirla”. E io la sento questa energia e cerco di
usarla al meglio. Stanca e infreddolita trovo la forza di incrementare il ritmo
e volo verso questo traguardo provando bellissime emozioni che solo un
obiettivo “sudato” può regalare.
Ringrazio
tutti per la buona riuscita di questa manifestazione organizzata davvero bene,
dal presidio stradale alla gestione dei ristori e degli spogliatoi/deposito
borse. Bellissimo il gadget consistente in una maglia tecnica (che pochi adesso
danno) Asics. Un unico neo: la medagliaaaaaaaa! Io la volevo perché le tengo
tutte!
Donata
Casiraghi
***
Donata è un diesel con un grande cuore dentro! Compa
RispondiEliminaBrava, condivido tante cose che hai scritto!! Senza corsa non so cosa farei...
RispondiEliminaFabio
Belle parole Donata sul tuo amore per la corsa e grazie per i compplimenti all'organizzazione; per la medaglia è un mio chiodo fisso e anche quello di molti consiglieri, ma la coperta purtroppo è corta e a meno di interventi di sponsor preferiamo investire di piu sulla maglia del pacco gara per ora
RispondiElimina