3 ottobre 2011

Deejay Ten 2011 - "Ci metto la faccia"... e mi scuso di LINUS

Anche se le cause dei disservizi che hanno rovinato il dopo gara non dipendono dalla mia volontà, sento il dovere di assumermi la responsabilità di chiedere scusa a tutti coloro che ieri non hanno potuto godere fino in fondo della grande festa che è stata la settima edizione della Deejay Ten. Di questa manifestazione io sono stato l'ideatore e il promotore, e tutt'ora le grandi decisione dipendono da me, così come  la comunicazione. Insomma: ci metto la faccia.Per questo non posso tollerare che una parte dell'organizzazione che collabora con noi abbia preso così sottogamba tutta una serie di particolari niente affatto secondari. Chi ha sbagliato ne risponderà, perché una festa così grande non può essere rovinata per superficialità o mancanza di attenzione. Ma intanto, vi ripeto, sono io in prima persona a chiedervi scusa.
Per l'acqua insufficiente all'arrivo, per la carenza di personale al ritiro borse, per la mancanza di un rifornimento a metà gara.  Anche se abitualmente per una 10 km questo non è previsto, ma la giornata così calda lo imponeva.
Il prossimo anno ci sarà, e quindi nevicherà, ma non importa.
Mi scuso anche per i problemi del cronometraggio, di cui i ragazzi di TDS si sono correttamente assunti la responsabilità, ma anche questa è una cosa di cui mi sono vergognato.
Le uniche attenuanti che mi sento di chiedere sono legate al percorso, che per mille motivi legati alla viabilità ci è stato "consegnato" solo pochi giorni prima.
Rimane, per fortuna, la sensazione che tutto quello che non ha funzionato sia figlio innanzitutto di un successo crescente che ci ha portati in pochi anni alle 13.000 presenze di ieri.
L'immagine dell'Arena invasa da una distesa sterminata di maglie gialle e facce sorridenti deve essere la base su cui costruire un evento ancora più grande.
Una piccola, sorridente considerazione in chiusura. Tra quelli che ieri si sono (legittimamente) lamentati, ne ho riconosciuti diversi visti negli anni passati a New York.
Dove, per intenderci, un pettorale costa 400 euro e all'arrivo ti fanno camminare per quattro/cinque chilometri prima di recuperare la tua sacca. Di solito in canottiera e con cinque o sei gradi. Chissà com'è, lì non si lamenta nessuno. Sarà la lingua.
Grazie per l'attenzione.
Linus
le foto
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4 commenti:

  1. IL FATTO CHE TU CI METTA LA FACCI ATI FA ONORE, L'IMPORTANTE PERò è AVERE DELLE RISPOSTE REALI X IL FUTURO. IO HO TROVATO UNA DISORGANIZZAZIONE INCREDIBILE AL RITIRO BORSE, E IO SONO ARRIVATO TRA I PRIMI QUINDI NN C'ERA CAOS.
    A N.Y. CAMMINI MA LA BORSA LA TROVI SUBITO!!
    BUONA CORSA

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  2. Caro Linus, ti va dato l'onore di chi sa assumersi le colpe.
    Posso solo darti un consiglio da comunicare a TDS? Se i tempi non ci sono ... NON INVENTATELI ... piuttosto dichiarate nullo il conteggio. E' più serio.
    Buona settimana.

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  3. Caro Linus, ammettere le colpe ti fa certo onore e lavorando, soprattutto con i grandi numeri, si può sbagliare. Anche se si cerca di evitarlo.
    Non mi piace molto il paragone con NY, lo trovo una mezza giustificazione. Per prendere la mia borsa ho camminato come per prendere la sacca lo scorso anno alla DJ Ten, forse poco di più, e il pettorale quest'anno costa 280 dollari, 207 euro al cambio odierno. Non è certo economico ma almeno l'organizzazione fa girare più di 40.000 persone come un orologio. Se qui costa 400 euro lo dobbiamo alle care vecchie Terramia, Born to run e quant'altro, non alla maratona di NY.

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  4. Linus ti capisco fare il deejay e poi correre non è facile, ma ho fatto a Marzo la NYC HALF non ci sono paragoni il chip è integrato nel pettorale e i tempi sono reali.
    Nella prossima conferenza prima di NY sarai in grado di dire a quelli di Terramia che il pettorale è un furto

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