5 febbraio 2018

Aranciolona: storia d’amore e di tradimenti, di M. Marando

( FOTO ) - Ah che domenica meravigliosa! Ah che sole, che aria frizzantina, che allegria! L’allegria che solo quelli di Podismo e Cazzeggio riescono a diffondere nell’aria, come le girandole da giardino. Ondate di arancioni che il Dalai Lama ha pensato per un attimo di dover venire in valle con gli scarpini da corsa! Bello, bellissimo! Tutto meraviglioso. I percorsi fantastici, tanto quanto lo è la Valle. Io ho fatto dignitosamente la 19 km (e qualche etto in più... che faccio, lascio?) e sono stata felicissima di essere arrivata viva al traguardo (non ho trovato le arance ma sono in overdose da tiramisù...). Ho superato (fingendo una prestanza atletica evidentemente inappropriata) il primo ristoro e pure il secondo, abbandonando a malincuore l’idea di trastullarmi
un po’ con i messicani ivi presenti che, con tanto di sombrero, non mi pareva soffrissero tanto quanto me. Proseguendo ho affrontato salite, fango, cani di ogni specie, fossili olgiatesi ringalluzziti (che i leggings da corsa risvegliano anche quelli in attesa dell’estrema unzione se solidamente riempiti nelle terga) e discese con scalini degne della serata finale del Festival di Sanremo: ma, all’ultimo ristoro, sprezzante (o come dicono alcuni “spruzzante”) del pericolo, mi sono addentata tre fette di pane con la marmellata, consapevole del fatto che mancavano all’arrivo solo pochi km e che per smaltirle avrei dovuto correre sul K2 facendo solo ripetute su lunga distanza.
E qui si scrive la storia d’amore: verso questo sport, che è democratico, perché basta una strada ed un comune paio di scarpe da running per praticarlo (l’outfit, poi, ognuno lo interpreta secondo le possibilità ed il gusto. Ho visto accostamenti che voi umani non potete neanche immaginare e fibre sintetiche scintillare come le fiamme dell’Inferno...); verso gli altri Runners che allegramente si alzano all’alba, a qualunque età, consapevoli di andarsi a fare un mazzo così (poi molti si sentono Baldini, ma questo è un altro paio di maniche e quello rimane sempre nella mia lista inarrivabile dei regali di Natale insieme al diamante che è per sempre ed alla villa con piscina idromassaggio); verso gli organizzatori che questa gara l’hanno messa in piedi proprio bene, con un’ottima e inossidabile Loredana Gimigliano che, con il suo sorriso dolce e la sua squisita gentilezza, ti ammollava il biglietto della lotteria della Mezza di Parigi inducendo anche te, che sei parente stretto di Belzebù, a fare l’offerta di beneficienza.
Ma voi direte, ed il tradimento dove sta?
Orbene, signori, il fotografo gaglioffo mi ha tradita. È passato per strada fumeggiando come un comignolo, non solo omettendo di riconoscermi, ma neppure fermandosi per quelle effusioni oramai divenute familiari (che egli, in quanto Casanova, elargisce con generosità all’intero genere femminile). Il mio cuore non ha retto. Lo “scuorno” si è fatto sentire: ignorata senza pietà. Io, che per ottenere una foto dall’Oliviero Toscani delle corse, mi ero pure truccata! Non so se potrò mai perdonarlo (ma mi sa di sì). Per il momento fingo distacco e disinteresse. Ma non durerà... quello c’ha un obiettivo che non perdona! Ti stana, ti mira e ti colpisce. E chi resiste?
Mirta Marando
foto post: Alberto Colombo

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