Mitttico Compa, complimenti vivissimi e sinceri per il
tuo inossidabile entusiasmo.
Ogni anno
Milano offre ai podisti il peggio di sé,
sia nelle istituzioni che nell’organizzazione, eppure ogni anno il tuo
ed il vostro entusiasmo, mal ripagato,
non viene mai meno.
Siete
fantastici e lo dico col cuore, senza ironia:
sai bene che conosco anch’io cosa c’è dietro l’organizzazione di tante
staffette.
Però,
consentimi di constatare come non
importa se tolgono la prevista giornata ecologica e lasciano
correre i podisti tra i residenti
inferociti, non importa se non c’è nessuno per le strade a fare il tifo, se i
pochi presenti sono automobilisti che
urlano la loro rabbia nelle tue
orecchie, se il percorso è di una tristezza esagerata tra noiosissimi viali di
periferia deserti , tanto c’è il contentino di qualche centinaio di metri nel centro
cittadino, col Duomo
alle spalle, da poter raccontare ai posteri.
E poi
l’accoglienza ”festosa” della Città che non solo non ti offre uno straccio di servizio ma ti fa
pagare un salatissimo parcheggio per l’auto, il biglietto del tram per giungere
al punto di partenza, il biglietto del secondo tram per tornare al parcheggio,
il tutto condito d’attese e ritardi allucinanti per non essere all’altezza di
gestire un simile evento.
E poi, vuoi
mettere la soddisfazione di poter correre per beneficenza ??
Siiiiii perché l’organizzatore vende questo prodotto
per fare beneficenza alle Onlus: e
così, tu ti dai da fare come un matto
per mettere insieme le squadre e poi scopri che dei tuoi 160 € d’iscrizione per
ogni team (a proposito … 40 € a cranio per correre 10 km di viali di periferia
??!!) ne vanno in beneficenza si e no solo il 20%!
Il resto se
lo intasca l’organizzatore, ovviamente come rimborso per l’ “efficientissima”
macchina organizzativa e per la solita
ma sempre ambitissima maglietta made in Asia,
dal costo reale di € 2,99 cad ( la puoi comprare anche su internet).
Però agli
occhi dei podisti deve passare che è tutto per beneficienza, che corrono per
beneficienza, che grazie all’organizzatore si fa beneficienza: inganno meschino.
Lo si dica
chiaro e tondo che si marcia sull’entusiasmo dei poveri podisti appassionati
come te (e come lo ero io fino a qualche tempo fa) per fronteggiare un flop
maratona che ogni anno diventa sempre più pesante: solo 3547 arrivi, numeri da manifestazione di
provincia e non di una città europea.
Ed allora
inventiamoci il sistema di coinvolgere gli appassionati tapascioni in una festa
di paese, così con la scusa della beneficienza ne tiriamo su altri 8000 (beneficenza
che facciamo fare solo a loro, sia chiaro,
facendogli pagare quasi tutto, così incrementiamo gl’incassi ,
compensiamo il flop e possiamo vantare una Milano Marathon “Europea” da 13000 presenze).
Ma alla
fine Milano, come sempre, rende tutti felici: gli organizzatori per ovvi motivi, le Onlus
perché portano a casa almeno le briciole ( ma quanta beneficienza in più
avrebbero potuto ottenere con un po’ più di etica e meno business da parte di
RCS ?) ed i podisti, per la bella giornata in compagnia che li fa tornare
bambini mascherati , li fa sorridere e
li fa correre pensando a chi sta peggio di noi.
Tanto ai
podisti non importa essere “usati”, per loro l’importante è stare insieme,
tutti belli e contenti.
Dunque,
arrivederci all’anno prossimo, cara Milano e
non avere timore: tutto
l’entusiasmo degli appassionati ed il desiderio di fare beneficenza non sarà
spostato verso altri lidi ed altre manifestazioni più meritevoli.
C’è un
intreccio di chiaro stampo “Tafazzi” che rende indissolubile il legame dei
podisti a questa città: ogni anno c’è
l’ennesima dimostrazione d’inefficienza e disservizio, evidenziati dalla
maggioranza dei partecipanti, eppure l’anno seguente ci si dimentica di tutto e
si ritorna lo stesso, meno maratoneti e più staffettisti tapascioni,
naturalmente.
Se si
volesse davvero bene a Milano si dovrebbero veicolare le proprie risorse per
cambiare veramente le cose: continuare
ad essere supinamente “usati” non migliorerà mai la Milano Marathon e nemmeno
la città di Milano. L’organizzazione di
un simile evento deve essere fermamente “voluta” dalle Istituzioni (e non
sopportata) e non può essere solo business e falso-buonismo di facciata: è indispensabile l’etica!
Per quanto
mi riguarda continuerò a non correre più a Milano e darò in beneficenza, come
sempre, la somma che l’ Onlus riceve
dall’evento: il restante 80% mi guarderò
bene di lasciarlo a chi non se lo merita, a mio parere e dopo aver corso in
passato sia la Maratona che la Relay, per inefficienza, inganno e pessima organizzazione.
Domenico
Benevento
Domenico, sottoscrivo in pieno tutto quello che hai scritto.
RispondiEliminaPer il secondo anno consecutivo sono riuscito a portare più di 100 persone alla MCM (24 staffette lo scorso anno, 23 quest'anno per la Onlus "Associazione Andrea Valentini") oltre a molti Maratoneti, ma quanto ricevuto non ripaga minimamente gli sforzi profusi.
Sotto il mero profilo economico, nei 2 anni, abbiamo "donato" quasi 7Mila € alla MCM ricevendone in cambio meno di 2Mila, per un servizio che ogni anno peggiora (...ed il prox anno sarà la "maratona dell'Expo !!!)
Milano Addio