12 novembre 2013

Maratonina di Busto Arsizio - "cose da ricordare e quelle da dimenticare...", di M. Muraro

[ FOTO ] - Devo confessare che se non mi avesse spinto il mio moroso Mauri non mi sarei mai iscritta alla Mezza di Busto, ma, a “scarpette” ferme, posso ritenermi soddisfatta.  
I ricordi e le emozioni legati a questa mezza sono disparati: cercherò di metterli insieme seguendo un filo logico o cronologico. 
Innanzi tutto, mi ricorderò del freddo patito durante il riscaldamento che mi aveva quasi convinta a coprirmi un po' di più. Fortunatamente, l'esperienza mi ha frenata e sono rimasta in maglietta ad affrontare il caldo che si è presentato lungo il percorso.
Mi ricorderò della solita tensione che precede lo sparo, in attesa dietro all'arco gonfiabile, sola tra mille persone, guardandomi intorno e cercando nel contempo la concentrazione giusta... neanche fossi una top!
Mi ricorderò dei lunghi rettilinei del percorso e delle tante
donne fortissime che mi hanno superato lungo i 21km, cosa che mi capita spesso quando vengo a correre da queste parti. 
Mi ricorderò del ragazzo che correva all'indietro, esponente della corrente del Retro Running, che con un passo per nulla lento si stava allenando per i  campionati di mezza di questa disciplina.
Mi ricorderò del giro in pista d'atletica e del tratto di percorso in cui ci si riusciva ad incrociare: qui ho incontrato Mauri e ho intravisto la mia amica Luisa, che poi ho scoperto correva con Linus (che invece non visto... ahimé!).
Mi ricorderò di come le gambe inaspettatamente abbiano preso a girare subito dopo la partenza, consentendomi di tenere una media accettabile e di lasciarmi alle spalle i palloncini dell'ora e quarantacinque per 17km; ma ricorderò anche la fatica che ho fatto negli ultimi chilometri per mantenere la media sotto ai 5/km, dopo essere stata passata dai pacer (mannaggia). Sono comunque molto soddisfatta del risultato cronometrico: dopo la maratona pensavo di venire a Busto a fare una gara almeno dignitosa, invece l'ho chiusa a pochi secondi dal mio personale... non male! Mi spinge a provare a fare meglio!
Ci sono cose, però, che vorrei dimenticare. Innanzi tutto i soliti cafoni in macchina che dopo 22 anni non hanno capito che la seconda domenica di novembre a Busto si chiudono certe strade per far posto ai corridori e che si mettono a urlare improperi e a strombazzare impazienti contro organizzatori e atleti. Vorrei anche scordare il senso di claustrofobia provato nella disperata ricerca di un bicchiere d'acqua quando, assetata, ho affrontato la ressa davanti al ristoro... peraltro per due volte senza successo. Forse, ma questo è un parere personalissimo, sarebbe stato meglio dislocare il ristoro su tavoli più lontani, in modo da alleggerire la coda di persone in cerca di bevande o quant'altro.
Tralasciando questi due aspetti, marginali, devo riconoscere che ho passato una domenica piacevolissima in compagnia di duemila persone gioiose, facendo una cosa che amo: correre! Cosa volere di più?
Maria Muraro

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