17 aprile 2012

Milano City Marathon: il decalogo per non sbagliare più di A. Crespi

Ho corso quattro Milano City Marathon: 2007, 2008, 2010 e 2012. Nel 2011, a causa di uno strappo, ho dato una mano al cambio della staffetta del 35km. Dunque so di cosa si parla. Le polemiche su FB non servono a niente. Meglio una decina di consigli per il futuro:
1.    ORGANIZZAZIONE. Chiedere il supporto alla PROTEZIONE CIVILE oppure all’ESERCITO per gestire gli aspetti logistici più critici. Tipo spogliatoi alla partenza, raccolta e restituzione sacche, cambi staffetta, arrivo e ristoro finale. Chi corre una Maratona ha bisogno di cose concrete: serve più professionalità ed esperienza.
2.    VOLONTARI. Farlo non è facile. Tutti bravi a parole. Tutti che si lamentano. A volte manca l’esperienza, il coordinamento, non la buona volontà. COMUNQUE GRAZIE PER L’IMPEGNO, PER L’AIUTO. Perché fargli pagare il biglietto
della metropolitana? La prossima volta gratis, come quelli che corrono.
3.    PERCORSO. Un po’ triste la partenza. Alienante il pezzo fino al Monte Stella. Sempre bello il doppio passaggio in Corso Sempione. Insidiosa, fra pavet e binari del tram, Via Manzoni. Assolutamente splendido l’ultimo km. Sarebbe bello correre in Viale Padova, la zona più etno-chic della città.
4.    PACCO GARA. Il sacco di plastica è troppo piccolo, uno zainetto ci entra a fatica. Aggiungere 5 cm in lunghezza e 5 cm in larghezza. Poi mettere dentro una mantellina per la pioggia, oppure un sacco per la pattumiera. Aspettare sotto la pioggia battente non è bello.
5.    MAGLIETTA. Troppi loghi e troppe scritte. Un po’ banale per una città come Milano, famosa in tutto il mondo per la Moda e il Design. Assolutamente migliorabile.
6.    BAGNI CHIMICI. Sono sempre troppo pochi rispetto al numero dei partecipanti. Metterne di più, almeno un 50%. Poi mettere qualcuno che distribuisce carta igienica e salviette umidificate. Un po’ di igiene in più non guasterebbe.
7.    RISTORI. Va bene tenere sempre la stessa sequenza, acqua, zucchero, frutta e integratori. Ma basta con le bottiglie di acqua da 33 cl. Non sono ecologiche e tre quarti dell’acqua si butta via. Molto meglio i bicchieri. Se possibile, organizzare il ristoro su entrambi i lati della strada.
8.    VIGILI. Che gli piaccia o no, fare servizio durante la maratona fa parte del loro lavoro. Sono pagati anche per questo. Quindi basta vigili svogliati, strafottenti, con le mani in tasca, che giocano con il cellulare oppure che lasciano passare le auto senza dire niente.
9.    MILANESI. Ci sono segni di cambiamento, ma sono ancora poca roba. I migliori restano sempre i bambini che danno il cinque come a New York, le pensionate che incitano in dialetto (“su… su… bravo… che l’è finida…”) e i senegalesi che suonano i bonghi. Ma gli altri dove sono?
10. TIFO. È fondamentale. Ogni cinquecento metri ci deve essere uno stand di gente che suona, che canta, che urla, che applaude, che incita. Ci sono le scuole, le università, le associazioni dilettantistiche, le ONLUS, i comitati di quartiere, gli oratori. Persino i centri sociali. Perché non chiedergli una mano? Una volta all’anno si può anche fare.
Per finire quello che mi è piaciuto della Milano City Marathon 2012. La PIOGGIA che l’ha resa dura, durissima ma assolutamente indimenticabile. Poi l’aumento dei partecipanti, sia per la maratona che per la STAFFETTA, assolutamente geniale come strumento di marketing, sebbene sia irritante essere sorpassati negli ultimi km da uno staffettista con la pancia, la felpa e il marsupio. Infine il coinvolgimento delle ONLUS, un bel segno di civiltà e altruismo.
Manca solo un anno alla prossima maratona. Non c’è tempo da perdere.
Andrea Crespi
>>>le foto
***

10 commenti:

  1. Analisi lucida e completa, piaciuta.
    punto 2: Distinguerei tra volontari delle società podistiche e il resto, per la capacità di sostenere e leggere le situazioni.
    punto 3: diranno sempre che è per motivi logistici, ma la MM è uguale alla Stramilano con attaccati i primi 10k di periferia e poco più;
    punto 5: il nome della Maratona in piccolo e gli sponsor (discutibile expo incluso) ENORMI, una miseria.

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  2. Ottima e lucida analisi, cui mi permetterei di aggiungere:

    - se possibile, evitare di far aspettare per ore gli staffettisti, senza un motivo apparente, soprattutto visti e considerati le condizioni atmosferiche e gli spazi utili: dover essere alle 10 in postazione all'inizio della terza sezione quando la staffetta partiva alle 10.20 è forse un po' troppo, io mi sono trovato a dover aspettare circa 3 ore e mezza per il mio cambio

    - vigili: considerare che in zone critiche come piazza duomo e piazza San Babila è anche possibile deviare al mezzanino della metropolitana le persone che vogliono attraversare

    - dare un minimo di istruzione ai volontari perché, ad esempio, contengano di più pubblico e atleti in attesa nelle zone di cambio, dove (almeno nel mio caso) lo spazio utile ai partecipanti era ridotto veramente all'osso

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  3. Scusa è la pancia che ti irrita o sono gli staffettisti?

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  4. Grazie mille x i post.

    Replico solo sulla questione PANCIA. Al trentacinquesimo km di una maratona di solito c'è la crisi. Arranchi. E proprio in quel momento ti passa uno staffettista con la pancia (segno di benessere). Indossa una felpa di Abercrombie e ha il marsupio con dentro chiavi, cellulare, fazzoletto e portafogli. Lì è davvero irritante. Lì è il momento peggiore della maratona.

    Andrea Crespi

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  5. Perfino io, staffettista della terza sezione e runner da 6 mesi, mi sono trovato a superare maratoneti intorno al trentesimo km, e mettendomi nei loro panni mi sono reso subito conto del fatto che non dev'essere per nulla gratificante trovarsi in una situazione simile.
    E come per gli altri problemi, credo che la soluzione sarebbe parecchio semplice: lasciare un intervallo maggiore tra la partenza della maratona vera e propria e quella della staffetta, azzarderei due ore invece che una.

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  6. Caro 3v, certo che sarebbe la soluzione ideale, ma, come già detto, vorrebbe prolungare in modo estanuante la chiusura della città e l'agonia dei volontari (quest'anno siamo stati impegnati dalle 8 del mattino alle 15 passate, sotto la pioggia pure noi, fermi). Viva le staffette ma è una prova di corsa, non una passeggiata. Vedere persone camminare a passo da shopping su una tratta inferiore ai 10k non fa bene a nessuno, tantomeno a promuovere la maratona agli occhi dei passanti o dei (pochi) automobilisti in grado di apprezzare la giornata.

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  7. Caro Nicola, ci mancherebbe altro, non avevo nessuna intenzione di sminuire il vostro impegno e la vostra fatica, rinnovo anzi i miei ringraziamenti nei confronti di chi, come voi, si è preso tutta l'acqua del mondo per consentire a noi di divertirci. So cosa vuol dire stare tutto il giorno fermo in piedi sotto il sole e sotto la pioggia, al caldo e al freddo: lo faccio in più occasioni all'anno per altri eventi, e ti capisco benissimo.

    Il mio voleva solo essere un suggerimento relativo al problema segnalato da Andrea nel suo post; questo comporterebbe poi una diversa (migliore?) gestione dei volontari.
    Per quanto riguarda la chiusura delle strade, invece, mi risulta che fosse fino alle 19, per cui credo (sbaglio? non so, in questo caso non sono ferrato) ci sarebbe stato tutto il tempo per chiudere i lavori con tranquillità.

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  8. La gestione può anche essere migliore, ma 7 ore sono già tante, da chiedere alle 80 persone che la mia Società ogni anno faticosamente racimola. Si rischia di scherzare con il fuoco a superare la soglia delle 7 ore, che le società poi si tirino indietro (io in primis). Va valutato attentamente.
    Relativamente alle auto, impedite fino alle 19, consideriamo che ci sono i mezzi pubblici di superficie, bloccati spesso anche loro e le persone che devono prenderli, oltre a chi l'auto comunque può usarla per deroga (si spera per motivi urgenti di lavoro).
    Continuo comunque a non capire il mistone tra competitivi e non competitivi (che vedo però sta prendendo piede in tutta Europa); immagino che l'obiettivo sia il coinvolgimento di chi non è tesserato, per ammorbidire la città e i suoi OPINION LEADER, ma non so quanto stia pagando, alla fine, si rischia un po' la pagliacciata, con tutto il rispetto per chi, come te, corre da 6 mesi (a proposito benvenuto), o magari corre 1 volta l'anno. La Stramilano dei 50.000 mi sembra molto più gratificante.

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  9. Grazie per il benvenuto. :)
    Ai mezzi pubblici non avevo pensato, hai ragione.
    Sulla questione staffetta sì / staffetta no, non mi pronuncio: non ho voce in capitolo essendo, come ti ho detto un runner "di primo pelo", ho visto che era possibile partecipare alla staffetta, ho raccolto tre amici e mi ci sono iscritto. Spero l'anno prossimo di avere nelle gambe abbastanza km da potermi iscrivere alla "vera" MCM. Ammesso che resti la voglia, visto quel che è successo quest'anno.

    Sul fatto della chiusura al traffico troppo prolungata si potrebbe aprire una parentesi sul coinvolgimento dei cittadini, che a Milano è pari a zero, ma credo che non sia questo il luogo né il momento per farlo...

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  10. Andrea, ti faccio anzitutto i complimenti per l’approccio costruttivo (merce rara, nel dopo maratona) e per qualcosa che non hai detto: come mai nel 2011 hai fatto il volontario. Lo racconto perchè mi serve per parlare dell’importanza dei volontari.

    Una premessa. Io le MCM le ho corse tutte e undici. So quanti progressi sono stati fatti in questi ultimi anni. Io accetto le scuse dell’organizzazione perchè (come Podisti da Marte, partner del Charity Program) la conosco e ci collaboro da tre edizioni della MCM. Sono scuse sincere.

    Torniamo ad Andrea. Nel 2011 sei venuto a ritirare il pettorale all’expo, anche se non potevi correre. Ti ho chiesto se avevi voglia di fare il volontario al 3° punto di cambio, e hai detto subito di sì. Insieme a te, ho reclutato altre 15 neofiti che hanno raccolto la sfida e si sono messi a disposizione della città. Non faccio i nomi, ma c’erano anche il presidente di una importante multinazionale (con i due figli) e la fondatrice di una società quotata alla Borsa di New York. Fare i volontari? bellissimo!!! cosa possiamo fare?

    Su questo link ci sono le foto (http://www.alumnibocconi.it/Sport/Altri+Sport/10.1.1.102/gallery/milano-city-marathon). Avete anche fronteggiato a mani nude dei runner maleducati (ce ne sono tanti) che ritengono di avere il diritto di trattare i volontari come schiavi. La ragione non sta mai da una sola parte.

    Niente equivoci: quando paghi l’iscrizione hai diritto ad un servizio impeccabile. Il problema delle borse è stato gravissimo. Punto. Ora continuo.

    Evviva i professionisti (Croce Rossa, etc etc) ma alla fine il risultato dipende dal numero (3-5 persone per 2000 runners sono poche), dal tempo (pioggia o sereno), da altre variabili e dall’educazione + self control dei runners (ahia!!!).

    Possiamo cambiare qualcosa se vediamo la maratona come una festa della città. Alle feste, tutti vogliono partecipare: come pubblico, come runner, come volontario.

    Pubblico: quest’anno è andata male, ma solo per la pioggia. L’anno scorso non c’era la domenica ecologica, eppure c’era tantissima gente. L’anno prossimo, domenica ecologica + zero pioggia, e vedrete che spettacolo.

    Facciamo la nostra parte: portiamo i nostri amici. 13mila atleti per 10 amici = 130mila amici. Non sono pochi. Io martello i miei, e più di 10 li porto sempre. Poi mi ringraziano per averli convinti.

    Dai volontari, e vengo al punto importante, passa la rivoluzione culturale di questa maratona.

    Nelle grandi maratone internazionali c'è la lista d'attesa per dare una mano, anche se non si ha esperienza. Si chiama educazione civica. I volontari dei club sportivi sono INDISPENSABILI perchè loro hanno l’esperienza. Sarebbe bello se, oltre a loro, ci fossero TANTI altri “Andrea”.

    All’estero se qualcuno corre, marito/moglie/figli/amici si propongono come volontari. Versare l’acqua, scaricare le sacche, controllare gli accessi, mettere al collo le medaglie, servono tante mani. Se si è in tanti, si lavora meglio, cala la pressione e ci si diverte tutti. E c'è più tifo.

    Quest’anno abbiamo provato con gli studenti universitari, ma il 15 aprile cadeva in mezzo alle sessioni d’esame. Peccato. Ci riproveremo, e non solo con gli studenti.

    L’entusiasmo dei grandi eventi (New York, Londra, Boston, Berlino) non può venire solo dall’organizzazione. MCM ci mette la gara, la formula del Charity Program e l’animazione, il Comune ci mette la domenica ecologica (GRAZIE!!!), le Onlus ci mettono le staffette e i loro sostenitori. Tutti gli altri possono approfittarne, largo alla fantasia.

    Nella MCM 2004 c’era una signora che faceva il tifo percuotendo una pentola con il cucchiaio di legno. Io volavo verso il record e lei si divertiva da pazzi.

    Concludo. Ad Andrea dico: teniamoci in contatto. Le idee ci sono. Per tutti gli altri: i Podisti da Marte continuano sulla loro strada, per migliorare questa maratona. Chi si vuole unire è il benvenuto.

    Scusatemi se sono prolisso. Mi disegnano così... e sono così.

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