1 agosto 2011

31 lug 2011 Crego di Premia – “AT ZALUT” dal di dentro di A. Farioli


Se partecipi ad una corsa sei troppo "dentro", troppo coinvolto per descriverla con imparzialità.
Se sei un semplice spettatore, viceversa, sei troppo oggettivo e distaccato per coglierne la magia.
Ma se hai visto nascere l'idea, l'hai osservata trasformarsi in realtà, ne hai seguito l'evoluzione (in senso stretto, visto che il dislivello aumenta da un anno all'altro!!!), se hai vissuto i retroscena, le lodi e le critiche, le piccole storie umane dei protagonisti di 7 edizioni, allora ecco come la vedi:
"Sono ad Aleccio, a poco meno di metà gara, il ristoro è pronto, il sole lambisce la piana, ma gli atleti di testa anticipano di qualche minuto l'arrivo dei primi raggi ristoratori.
Sono già molto sgranati, ognuno fa la sua corsa, ognuno si misura con se stesso oltre che con gli avversari, così diversi all'apparenza, ma accomunati dalla fatica, dalla voglia di spendersi, dal desiderio di salire, di salire ancora. Man mano che ci sfilano davanti  e si concedono un bicchiere di tè, sempre con un sorriso e una parola di ringraziamento, il mio tifo, mio "bravo, alé" vuol esprimere un incoraggiamento, un omaggio che meritano tutti, forse gli ultimi più dei vincitori.
Vedo Marco che spunta dal tornante (ma come, é già qui? donna di poca fede...!!), lo guardo avvicinarsi, penso a quanto si sia prodigato affinché tutto funzioni, so quanto lo start rappresenti per lui, più che una partenza, l'apice di un impegno che è passione oltre che lavoro, gioia più che  fatica, espressione di un amore (quello per la montagna e per questa montagna ossolana in particolare) che non ha uguali, non ha rivali, non ha confini.
Sono lì, anche oggi sono lì, gli porgo da bere, faccio qualche passo al suo fianco e lo accompagno con gli occhi mentre si allontana, così persa e fiera di lui come non potrei essere nemmeno se stesse vincendo l'Ultratrail del Monte Bianco!!!
I runners si susseguono, il sole si sposta verso lo zenit di un cielo terso che premia l'ardire di questi piccoli uomini in corsa. Arrivano e spariscono anche le poche donne in gara, dopo essersi guadagnate lodi e incitamenti più calorosi rispetto ai colleghi maschi (ma in questi casi non ci arrabbiamo per il mancato rispetto della par condicio, no??) In men che non si dica sono passati tutti, anzi dal traguardo stanno già scendendo alla spicciolata i finishers, il volto acceso per la soddisfazione, pronti adesso a condividere il racconto della salita con noi comuni mortali che non sappiamo volare.
Si raccolgono gli avanzi, si beve un ultimo sorso alla fonte e si torna al Rifugio perché, insomma, ci sono 100 persone con una fame da lupi da far pranzare!
E lì trovo le mie bambi, Beatrice e Carolina, reduci dalla versione corta "mum & kids" alla sua prima edizione. Mi saltano addosso, ridono, si vantano della loro prestazione, con quei pomelli rossi sembrano due Heidi (beh, certo, se solo Heidi indossasse il body della Arc...), mi vogliono raccontare ogni metro da Santa Lucia a Crego: parlano a raffica, come sempre, litigano per ottenere l'attenzione, come sempre, ma nell'arco di 3 minuti sono già sparite, come sempre, in giro per il paese a giocare con gli altri bambini.
Un ragazzo che non conosco mi si avvicina, zoppica un pochino, mi dice che sente le gambe di piombo, è dispiaciuto perché deve tornare subito a casa, ma ci tiene a farmi una confidenza: quest'anno ha spostato le ferie per non perdersi la gara. Me lo dice un po’ impacciato, un po’ goffo, mi fa tenerezza. Grazie, siamo contenti, gli rispondo, mi raccomando, non mancare l'anno venturo! At zalut."
Antonella Farioli
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