Come si fa ad andare alla Sgamelàa, a fare 26km avendone fatti come allenamento nelle ultime due settimane un totale di 23? Semplice, basta iscriversi, salire in auto di buon'ora la domenica mattina, recarsi in Val Vigezzo, pagare 10 euro e attendere lo sparo dello starter (in questo caso gli spari). Così ho fatto, conscio del mio calo di condizione dovuto allo stop par la caduta in Valcuvia e alla poca voglia di allenarsi per il gran caldo. Ho la sensazione di giocare d'azzardo, però le mie preoccupazioni svaniscono appena carico i compagni di viaggio, Pierluigi, Angelone e Matteo, tre mangia-strada, quelli per cui niente è impossibile. Sarà il loro influsso, sarà l'arietta a 10 gradi che ci accoglie a Santa Maria Maggiore, sarà la faccia concentratissima di Giamma ma mi sento subito più forte. Ho un piccolo teatrino da recitare, ho detto a Beppe che farò il Minigiro, così faccio le foto di rito con un pettorale preso in prestito da Michela. Niente riscaldamento, cosa serve per fare un Minigiro? Devo recitare bene la parte, in realtà partirò così piano che è inutile. Non ho ambizioni, se non quella di non scoppiare come l'anno scorso quando dal ventesimo in poi non sono più stato in grado di fare un metro di corsa. Senza trovare neanche un fungo.
Mi metto nelle retrovie, in compagnia di mamme e passeggini, lo starter spara, la banda suona, un po' di confusione ma si parte, per modo di dire, dato che intruppato tra bambini e nonni ci metto un po' a trovare il mio binario. Non ho fretta devo risparmiare energie, così alla prima salita un po' ripida cammino. Strana sensazione, obbligare le gambe a non correre, ma è l'unica cosa che posso fare per arrivare bene in fondo. Senza l'assillo del crono mi accorgo di tante cose non viste nei tre anni precedenti, la giornata limpida invita a rivolgere lo sguardo più al cielo che alla strada. Mi sembra che ci sia più gente ai bordi della strada, gente partecipe, calorosa anche con noi che arriviamo un bel po' dopo i primi. Tanti bambini tendono la mano ai bordi della strada, è una grandinata di cinque!
A Crana raggiungo Maurizio e Beppe, tento di fargli credere di non aver visto il bivio del Minigiro, rimedio un insulto. Facciamo un bel pezzo insieme, passano i km e grazie a loro non mi sento stanco, sono già oltre la mia ora di autonomia. Che panorami stupendi, erano lì anche gli anni scorsi e non ci ho fatto caso, che asino! Si scende su sentieri e mulattiere, dopo l'esperienza al Perim sono prudentissimo, mi passerebbero anche nonne e passeggini. Siamo alla lunga salita di Villette, ci separiamo, corro all'ombra e cammino al sole, mancano ancora 11km ma sto bene, la strada scende verso Re, il mio morale sale.
Siamo a fondo valle, la Sgamelàa inizia qui, prima in piano, ma col sole di mezzogiorno sulla testa, poi risalendo verso il traguardo. La mia strategia comincia a pagare, quasi due ore e corro ancora bene, supero tanti rimasti senza benzina. Ultimi 3 km nel bosco, ho un ginocchio in fiamme, ma trovo la compagnia di Paola di Verbania, lei ha quel passo breve da montanara che non teme pendenze, resto al suo fianco, parlare mi distrae dal dolore e mi obbliga a non cedere. Ultimi metri tra la folla festante, è fatta, due ore e 25, solo 5 minuti in più dello scorso anno, ben peggio di quelli precedenti, ma la soddisfazione è grande lo stesso. Dopo l'incidente pensavo di non riuscire a partecipare, invece sono qui con la medaglia al collo e neppure troppo provato. Giamma e Pierluigi sono già arrivati, Lorenzo e Ivano sono lì con me, quando arriva Angelone è ora di andare in pineta per il giusto e meritato pasto e per ascoltare le parole di Beppe, "sindaco" onorario della Val Vigezzo. Rimaniamo fino all'estrazione della lotteria, la seguo al fianco di Antonio, ma nessuno dei due ha il biglietto "bbuono". Non importa, oggi ho già vinto la mia lotteria personale.
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bhè direi un tempo tutto di rispetto....altrocchè ;-)
RispondiEliminaPaola è un camoscio.....ahahahah
Patty
Tra un camoscio e un capricorno non poteva esserci intesa migliore!
RispondiEliminaMichele