Riporto la mia replica pubblicata da Podisti Net:
Si
chiede a codesta spettabile redazione ed al suo direttore editoriale Fabio
Rossi, di pubblicare, dando ad essa la deontologica visibilità, la mia replica
quale manifestazione del diritto di rettifica all’articolo “Fatto gravissimo al giro del Varesotto (vedi sotto)”, firmato Pieriboni, e postato
sul vostro magazine www podisti.net in data 11-6-2014.
Il
fotografo anonimo di cui parla il sig. Pieriboni sono io. Mi presento: Antonio
Capasso, podista, gestore del blog AndòCorri e fotografo amatoriale, presente
sul territorio da circa un decennio, di eventi podistici e di solidarietà;
seguiti e pubblicizzatiper lo più gratuitamente (come avviene da anni per il
giro del varesotto).
Il
giorno 6-6-2014 a Quinzano San Pietro (Va) si disputava la penultima
tappa del circuito del “Giro del Varesotto” aperta, come di consuetudine, dalla gara dedicata ai bambini (Mini-Giro).
tappa del circuito del “Giro del Varesotto” aperta, come di consuetudine, dalla gara dedicata ai bambini (Mini-Giro).
Partito
il Mini-Giro in una delle tante batterie, distaccato di molto dal gruppo vedevo
arrivare ultimo e solo un ragazzino. In segno d’incitamento gli gridavo:” dai forza, un ultimo sforzo! Sei quasi
arrivato”.
Il
bambino in questione - che solo successivamente ho saputo essere affetto dalla
sindrome di Asperger – si fermava, veniva verso di me, mi guardava e
improvvisamente mi sputava sul viso.
Superato
l’attimo di sgomento, fermandogli il viso con la mano per catturare la sua
attenzione, gli chiedevo: “Cosa
fai? Perché? Non si fa!”. Dopodiché il bambino senza rispondere
alcunché riprendeva come nulla fosse la sua corsa verso il traguardo.
Ebbene.
Questo è il “Fatto gravissimo” avvenuto oltretutto dinnanzi a persone serie e
perbene, che mai si sarebbero rivelate conniventi davanti ad una eventuale
presunta aggressione su un minore.
A
riprova della delicatezza del mio gesto, ritengo infine opportuno sottolineare
che dopo l’accaduto il ragazzino riprese subito a correre tranquillamente. In
tal senso, infatti, mi limito ad osservare che in caso contrario, a fronte di
un atteggiamento violento e aggressivo così come erroneamente descritto
nell’articolo del sig. Pieriboni, il ragazzino si sarebbe indubbiamente
allontanato spaventato e piangente, magari alla ricerca dei propri genitori. Ma
ciò non è certamente avvenuto.
Ma
infondo - mi viene da chiedere - a chi possa competere la verità?
A colui
che la conosce e sa gestirla oppure a chi, pur considerate le evidenze
oggettive, non sa riconoscerla?
La
verità, figlia della conoscenza, la si lede con omissioni, nascondimenti,
pregiudizi, moralismi, ignoranza.
In tal
proposito, vorrei ringraziare tutte le persone che, presenti ai fatti, mi hanno
manifestato profonda solidarietà a fronte dello sconforto in cui sono rimasto
travolto a seguito della pubblicazione dell’articolo in oggetto, nonché la
spettabile redazione che mi ha dato l’opportunità di riportare i fatti così
come avvenuti, autentici e reali, senza distorsioni.
Cordialmente.
Antonio Capasso
Nessun commento:
Posta un commento
Il vostro commento sarà visibile dopo verifica del moderatore.
Grazie