[ FOTO ] - A
Bufalòra me sènti cume vès a cà mia!
Bàgai,
le
prime 4 edizioni le avevo saltate tutte, un paio di volte perché impegnato a
sanare lo ossa fracassate ed un paio di volte per problemi vari, ma tutti mi
avevano detto meraviglie di questa tapasciata. Bufalòra a l’è un paès cal mè sèmper piasù, tàpa fisa delle mie pedalate e
passeggiate lungo il Naviglio con
escursioni al Ticino.
E po’ l’Andrea a l’è un amìs e un nòm cume “Bufalòra vòlt e bàs” a l’è un segnàl
da la tradissiùn! Così quando si parlò di come concludere la
stagione dei gruppi dell’Abbraccio onlus
ed il Romanov buttò lì “Ci sarebbe una bella tapasciata il 31 luglio
a Boffalora” ho cavalcato l’onda. Detto fatto, il gruppo degli Abbraccini ha toccato quota 60.
Convinco
Maria Grazia a farla insieme; la
sera prima
alle nove e un quarto mi fa: “A l’è giamò scùr! A che ùra a l’è la partensa dumàn sìra”; “Ai vòt e meza”; la saggia donna conclude “Alùra a l’è mej pùrtà drè la pila perché finisùm cùl scùr!”
alle nove e un quarto mi fa: “A l’è giamò scùr! A che ùra a l’è la partensa dumàn sìra”; “Ai vòt e meza”; la saggia donna conclude “Alùra a l’è mej pùrtà drè la pila perché finisùm cùl scùr!”
Esco un
po’ prima dall’ufficio e Trenord mi boicotta; la 1° legge di Maronarphy recita
”Ogni volta che la sera hai un impegno,
Trenord ne viene segretamente informata
e … ci scusiamo per il disagio”; per arrivare a casa mi gioco l’aiuto del
pubblico, ovvero chiamo Santa Maria Grazia.
Allungo
anche il percorso passando dalla Magnana
e parcheggio comodamente nel piazzale dove lascio sempre l’auto quando facciamo
le escursioni sul Naviglio; c’è anche la casa dell’acqua che è tappa fissa di
tutti i ciclisti per riempire la borraccia; infatti oltre ai due punti di
erogazione per residenti quei de Bufalòra
‘an pensà bèn de mèt un butùn d’aqua bèla frèsca (la và giò ca l’è un piasè!)
aggratis anca per i ciclisti e tapasciùn cà vegnèn chì a cùr. Al dì d’incòe a
l’è minga facil trùa gènt cà fà quaicòss
per i àlter!
Le
strade sono tutte piene di frecce che girano di qua e di là; si capisce che il
percorso coinvolge tutto il paese; passiamo sul ponte del Naviglio e poi
saliamo verso la Piazza della Chiesa; passiamo ben due negozi che vendono e
riparano biciclette, una gelateria mooolto
invitante e vediamo il gonfiabile di partenza/arrivo.
Nel
cortile dell’oratorio il Michele è attrezzato di tutto punto; ci consegna i
pettorali; arrivano gli abbraccini; la zona “pullula” di fotografi; ci sono ben
due Capasso, poi c’è l’Arturo, l’Ivano e na
bela tùsa ca cugnusi minga.
Alla
fine i partecipanti sono più di 1.300, che per una serale di fine luglio sono
davvero uno sproposito! Andrea se te vè
avanti inscì va a finì che te sarè la prima tapasciada ubligada a fà el
numero chiuso.
La
serata è bella e calda; sembra quasi che sia estate ---))) La gara piace molto anche ai Boffaloresi che
sono presenti in massa; il primo gruppo locale conta ben 232 iscritti!
Il
cortile si riempie sempre più; vediamo che gruppi di camminatori di avviano sul
percorso ed allora con Gabriella, Marco e Maria Grazia decidiamo di anticipare
anche noi la partenza così … non dovremo usare la pila.
Il
percorso è davvero incantevole; a parte il 1° km un po’ monotono, ma che serve
a “sfilare” il gruppo, è tutto un su e
giù tra le vie del piccolo paese, passaggi e strettoie in mezzo alle case ed
alle corti; parchi e Naviglio, villette e ville stupende, orti rigogliosi,
alberi da frutta “invitanti”; la gente fuori dalle case è cordiale ed
accogliente in cerca dei “campioni locali” per incitarli “Sofia vègn chì che ghe drè a rivà el nonu!” “Fozza gnonno! bavo”;
quando arrivano i primi ci sfiliamo per lasciarli passare ed applaudirli; poi
arriva il gruppone pieno di amici che salutano, me pàr de vès a cà mia!
Perfette
le segnalazioni sul percorso; massiccia presenza dei vigili con transenne nei
pochi tratti di “contatto” con le auto. Dopo l’ultima salitella tagliamo il
traguardo; a l’è quasi scùr e la
chiesa ed il campanile illuminati da festoni di lampadine colorate sono molto
suggestivi; il cortile è affollatissimo ma riesco a prendere un paio di fette
di freschissima e molto gradita anguria; ritiriamo il “pacco gara” che è un
profumatissimo melone mantovano; salutiamo un po’ di amici ed andiamo verso
l’auto; saltiamo le premiazioni e la festa finale anche perché le zanzare
iniziano a mangiare; Maria Grazia ha il sangue dolce e le stanno facendo un
prelievo …
Alla
prossima,
Ettore “vòlt e gràss” Compa
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