Il giovedì sera, distribuzione dei pacchi gara che Alessandro ha provveduto a ritirare per tutti (sempre grazie, Ale). Poi si pianifica come arrivare a Milano la domenica mattina. Indecisi fra treno e auto, visto che sarà giornata ecologica con blocco del traffico. Optiamo per andare in auto parcheggiandola nelle vicinanze della fermata Metro di Rho-Fiera. Scopriremo poi che la giornata ecologica è saltata. Infatti, ai vari incroci stradali è andata in scena la solita rappresentazione del “riflesso condizionato di Pavlov”: metti un Milanese
ad un incrocio, in auto, mentre si sta svolgendo una gara podistica e il suddetto Milanese inizierà a pigiare forsennatamente sul clacson, poi scenderà dall’auto e inizierà ad urlare frasi insensate. Insomma niente di nuovo sotto il sole odierno, Milano è questa. La Milano che corre felicemente affaticata nelle strade e la Milano che sta ferma e arrabbiata nella sua auto. Voi da che parte preferireste stare ?
Ma, grazie ai complessi musicali posizionati lungo il percorso, si può anche ascoltare musica dal vivo. Sarà stato il caldo ma a me è parso di aver sentito pezzi famosi, arrangiati per l’occasione, come “Shine on you crazy Marathon”, “The dark side of the Runner”, “Another 30° km. in the wall” dei Pink Marathon Floyd. O no ?
Per Ale questa Maratona ha un significato particolare, ritorna a correre una Maratona dopo 2 anni e mezzo di interminabile attesa, causa infortunio. Si sente emozionato come fosse la sua prima Maratona e si emozionerà davvero quando scorgerà, lungo il percorso, sua moglie e la sua bimba che gli hanno fatto la piacevole sorpresa di venirlo a vedere. Il motto “crederci sempre, arrendersi mai” è nel suo caso quanto di più azzeccato. In effetti, per Ale come per Mirko e Samuele, questa gara è un lungo, che terminerà comunque dopo 42,195 km., in preparazione della ColleMar-athon di maggio. L’importante è esserci. E correre.
Mentre per Lorenzo, Marco e Ovidio questa è la Maratona primaverile su cui hanno riversato le proprie aspettative e ambizioni, dopo essersi allenati intensamente durante l’inverno. Marco si sente “in forma come non mai” (parole sue) così come Lorenzo, e posso testimoniare che è vero, avendo entrambi seguito l’imprevedibile Mental-Coach Patrizio negli allenamenti. E quindi “oggi spacco o mi spacco” (parole sue, di Marco). Purtroppo problemi muscolari e il caldo lo frenano tanto che (parole sue) “ho cercato di ritirarmi ma non ci sono riuscito”. La Maratona è anche questo. L’importante è esserci. E correre. E possibilmente arrivare al traguardo.
Alla loro prima Maratona sono invece Luigi e Roberto. Complimenti ad entrambi ! A dir la verità, i complimenti a Luigi vanno un po’ stretti: tempo finale 2 h 50’ 09” – 71° assoluto – 6° di categoria ! Il nostro Gap-Kenyano !
Siccome la Maratona di Milano la si corre anche a Staffetta e per scopo benefico, Chiara, Claudia, Andrea, Manuel e Sandro vi partecipano sparsi in diversi Team.
Francesco ed io, dopo la Maratona di Roma, azzardiamo anche questa di Milano. Per me è una prova in previsione di una prossima ultraMaratona (ma potrebbe essere anche meno). L’intenzione è di correre una gara di 6 ore con l’obiettivo di andare oltre la distanza della Maratona e quindi km. 42,196 potrebbe già andar bene, forse, chissà. L’amico Mental-Coach Patrizio, presente anche lui oggi a Milano, è iscritto a questa gara di 6 ore ma con il pensiero rivolto al Passatore. Già il nome di questa corsa, Self-Trascendence, dovrebbe far desistere ma, si vedrà come andrà.
Sta di fatto che oggi mi aggrego all’amica Paola per impostare questa Maratona al ritmo giusto, avendo nei primi km. anche la compagnia della sua amica Monica (alla 1^ Maratona, complimenti ! ). Paola, forte dell’esperienza di 5 Maratone corse in 1 anno, mi dà il passo e mi dice quando è il momento di rallentare e quando di accelerare, insomma non la mollo un attimo. Tutto fila liscio, l’inevitabile crisi del 35° km. viene brillantemente superata e, dopo essere passati nelle vie dove lei si allena abitualmente (in suo omaggio ? ), arriviamo al traguardo in buone condizioni. Oggi l’importante era esserci. E correre. E possibilmente arrivare al traguardo. Ed essere soddisfatti della propria gara.
Alberto Oliva – Gap Saronno
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