28 dicembre 2013

Pacers si Pacers no - il mio pensiero, di V. Leonardi

Caro Peppino, il mio giudizio sui pacers non dipende in alcun modo dalla mia esperienza alla Maratona di Pisa. Non metto minimamente in discussione che molti pacers siano animati da una sincera passione, né che chi usufruisce di questo servizio lo apprezzi. Mi hanno insegnato sin da ragazzo che l’atletica è uno sport individuale e gli obiettivi che ci si prefigge devono essere perseguiti con le proprie forze e, quando si è in gara, bisogna contare solo sulle proprie energie, senza aiuti esterni. Soprattutto in gare su lunghe distanze come una maratona, le energie mentali, fra le quali lo sforzo di correre sin dall’inizio ad un ritmo regolare ha un ruolo determinante, contano almeno quanto quelle fisiche. Come sono sempre stato contrario alle lepri ingaggiate per favorire i top runners, allo stesso modo sono e sarò sempre contrario alla presenza dei pacers per i meno competitivi. Questa è solo la mia modesta opinione.
Colgo l’occasione per ringraziare l’amico Antonio per lo spazio concesso e per augurare a tutti i podisti un felice 2014, sia sportivo che nella vita di tutti i giorni.
Valerio Leonardi

6 commenti:

  1. Ciao Valerio! mi sa che solleverai un bel vespaio con la tua opinione negativa sui pacers! ah ah ah ah!! tu, uomo saggio e pacato, LIDER MAXIMO, che tuoni contro i pacers con parole di fuoco "pratica diseducativa ed antisportiva"! non me lo sarei mai aspettato! ah ah ah!! Quest'anno alla mezza di Busto mi sono divertito anche grazie al plotoncino dei pacers dell'ora e 50 (o un'ora e 55 - non ricordo bene)! Forse hai ragione ma per me nelle mezze dovrebbero restare almeno i pacers per i più lenti (ad es.: un'ora e 40 - un'ora e 50 - 2 ore). (Per la maratona, che io non ho mai corso, si potrebbero lasciare i pacers dalle 3 ore e 30 in poi). Per chi corre la mezza intorno all'ora e 30/e 35, beh loro dovrebbero cavarsela senza pacers poichè la loro andatura è ancora abbastanza veloce e possono "far classifica" almeno nella loro fascia di età o nell'ambito del loro gruppo podistico. Son d'accordo con te che le lepri per i top runners (su strada e su pista) sono una brutta cosa! Poi c'è il problema delle donne top runners nelle 21 e nelle 42 km che hanno spesso vicino un uomo che le aiuta! anche questo non è bello ma è incontrollabile, penso.
    Ok, dai, se ne parlerà ancora! ciaoooooo :-)
    Stefano Ste Stefanino

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  2. Al di là dell’ opinione espressa da Valerio, che mi sento di condividere, mi chiedo la reale utilità del pacers nella maggior parte dei casi. Alla partenza coloro che si accodano ai “palloncini” sono “relativamente” numerosi (ovviamente decimali in raffronto al numero di partecipanti alla gara) ma all’arrivo il più delle volte giungono gioiosi ed esultanti solo i pacers con un esiguo, ed a volte nullo, seguito (come a dire più insegnanti che alunni). Però, nel contesto i pacers fanno “colore”, vivacizzano la gara grazie al fatto che corrono molto al disotto delle loro possibilità. Per fare un esempio: un pacer da 4 ore fa normalmente la sua maratona in almeno 3ore e 30.

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  3. Ho fatto il Pacer in due occasioni, Maratona di Pisa 2012 e Milan City Martahon 2013. Al di là delle personali opinioni, io so solo che per 42195 metri mi sono fatto un c...o a mandolino per tenere il passo continuamente costante, regolare, senza strappi e per aiutare tutti quelli che ci seguivano parlando, motivando e nei momenti cruciali , sostenendoli ed incitandoli....La soddisfazione e l'immensa gioia, pari quanto ad un personal best, sono stati tutti i ringraziamenti e la felicità di chi aveva raggiunto il suo obiettivo Ancora oggi a dopo tanto tempo incontro ancora sui campi di gara atleti che continuano a ricordarmi quella piacevole esperienza salutandomi e ringraziandomi. Penso che basti questo per dire cosa ne penso del servizio Pacer , sempre se fatto bene e con intelligenza, un aiuto soprattutto psicologico, un qualcuno a cui appoggiarsi e affidarsi poi, è chiaro, le gambe sono sempre le proprie e se non ci sono quelle non c'è Pacer che tenga.
    Andrea Bassanesi

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  4. Caro Valerio, non ho una carriera podistica lunga come la tua, sono uno di quelli che ha iniziato tardi e che inevitabilmente, per motivi anagrafici, si è ritrovato a bruciare le tappe arrivando ben presto a correre una maratona dietro l'altra, una mezza dietro l'altra.
    Non ho mai ritenuto il servizio pacer una pratica antisportiva, ma semplicemente un aiutino, come le lettere prestampate nelle parole crociate facilitate.
    Non l'ho mai utilizzato anzi spesso ho trovato fastidioso e di intralcio il gruppone che si forma attorno ai palloncini, come te ho sempre fatto leva solo sulle mie forze fisiche e mentali.
    Ma in ogni vita c'è una strada che porta a Damasco e alla Mezza di Busto 2012 c'è stata la mia conversione grazie all'invito di Gaetano Covizzi di entrare a far parte di un team di pacers. Ho accettato per curiosità, per provare qualcosa di nuovo, con un po' di ansia per il fatto che, non avendone mai usufruito, davvero non sapevo come ci si dovesse comportare al di là del tenere il ritmo costante.
    E' stata un'esperienza molto appagante e ringrazio ancora oggi Gae per avermela fatta vivere e rivivere anche quest'anno. Il fatto di arrivare con pochi seguaci, come fa notare Antonio, è dato dal fatto che a poche centinaia di metri dal traguardo viene dato il "liberi tutti", chi ne ha vada a prendersi il proprio risultato.
    E quelli che non ne hanno più, quelli che ci "hanno provato" ma non ci sono riusciti, si sono a poco a poco staccati in precedenza.
    Quindi concordo con Andrea qui sopra: senza le proprie forze non c'è pacer che tenga.
    Michele Romanini

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  5. RICEVO E PUBBLICO:
    Ciao Antonio, solo due parole per dire all'amico Valerio, che nessuno e obbligato e seguire i pacers ma soltanto chi lo desidera, e con questo per me l'argomento è chiuso. Buon anno a tutti.
    Peppino.

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  6. RICEVO E PUBBLICO:
    Passeggiando per il blog...
    Zampettando qua e là,
    scivolando su e giù,
    rincorrendo i tanti flash
    ho incontrato alcuni pacers
    Oh... buongiorno amico mio,
    vuoi tu zampettar meco?

    No signor io sono uomo!
    Uomo sono, non si vede dalle membra?
    Ho putenda, gambe, braccia e
    cinque sensi ancora intatti
    or che guardo tua possanza...
    Ben intendo tuo sgomento.

    Tu sei il creator del ritmo!
    l'artefice del passo!
    il fattor dell'armonia.
    (oh perfida mia Albione in quale inganno m'attirasti
    con la tua lingua biforcuta?
    Sono homini codesti pacers-maker non ruote o zampe!)

    Allora amico mio,
    ancor inchinandomi alla tua possanza,
    dove vivi?
    Da qual dio la tua schiatta discende?

    Chiedo venia mio signore
    non mi sono presentato.
    Sono un uomo
    come i tanti che tu guidi.
    Figlio anch'io di Adamo ed Eva
    che tanti affanni c'han lasciato...
    Freddo, fame, imperfezioni
    peste, corna, guerre, morte e
    presunzioni.

    Pensa te, mio signor dal lieve passo
    che la mia genìa mortale
    è così tanto presuntuosa
    che anche alla corsa con la morte
    vole sempre arrivar da "sola"
    a quel traguardo.

    Brutti siamo signor mio
    perché t'affanni a correr
    così tanto?
    Hai letto li commenti?
    Vuoi sprecar la tua armonica possanza?
    Fermo, quieto
    lascia che.... let them go.

    Scherzando un po’ auguro buon anno a tutti gli amici del blog.
    il tuo sempre impertinente amico,
    Ross

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