16 dicembre 2013

15 dic 2013, Pisa - Pisa Marathon - Un’esperienza unica (in tutti i sensi), di V. Leonardi

Mai contraddire i proverbi, nella fattispecie “ofelé, fa el tò mesté”, però dopo 33 anni di atletica volevo correre una maratona almeno una volta nella vita. Già a marzo, mentre ero in piena preparazione per Cracovia, un brutto infortunio poteva essere letto come un segno del destino, ma decisi di voler ritentare, questa volta a Pisa, per la gioia di mia figlia, felice di poter vedere da vicino la Torre Pendente. 
Anche questa volta non tutto è filato liscio, visto che, a sole sei settimane dall’evento, un brutto mal di gola mi ha obbligato ad uno stop agli allenamenti per una decina di giorni.
Decido di provarci comunque, stravolgendo un po’ la tabella
che mi ero programmato ed arrivo a Pisa il sabato accompagnato dalla famiglia. Dopo una mezza giornata da turisti, arriva la data fatidica. Non sono nervoso, solo un po’ preoccupato per non aver potuto correre in allenamento più di 28 km, per di più un po’ troppo a ridosso della gara.
I primi 2-3 chilometri mi sembrano lenti, forse perché i cartelli non erano proprio disposti con precisione, infatti dopo un po’ mi accorgo che il mio ritmo è un po’ troppo elevato. Cerco di rallentare, ma quando ormai hai preso un passo è difficile cambiarlo, al 12° km sento una voce intonare “i giardini di marzo”, vuoi vedere che agli agnostici, invece che la Madonna, appare Lucio Battisti? Invece era un runner che fungeva da ipod vivente. Si prosegue, attraversando una pineta, fino ad arrivare sul lungomare di Tirrenia, che si percorre per oltre 3 chilometri in un senso e, subito dopo il gonfiabile della mezza, un giro di boa ci fa costeggiare il Mar Tirreno verso Marina di Pisa e la foce dell’Arno. Qui cominciano le difficoltà, le gambe si appesantiscono ed anche il leggero vento contrario non aiuta. Il lungomare, di ben 8 km, diventa un calvario, decido di tener duro fino al cartello numero 30, quando l’andatura si riduce sensibilmente, vengo pure leggermente urtato da un fastidiosissimo pacer. Al 35° decido di porre fine ad ogni velleità agonistica, le ginocchia non si alzano più e cammino fino ai 100 metri finali, durante i quali abbozzo un bizzarro tentativo di corsa davanti ai numerosi turisti. 
Decisamente la maratona non fa per me, ma è stata comunque un’esperienza piacevole ed un bel weekend passato con la famiglia ed alcuni amici. Sull’organizzazione niente da dire, ristori puntuali e volontari gentili, percorso piacevole, con ciliegina dell’arrivo in una delle più belle piazze del mondo, peccato per la presenza dei pacers, che personalmente considero una pratica diseducativa ed antisportiva, ma che purtroppo sembra inevitabile.
Buone corse a tutti!
Valerio Leonardi (classifica)

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