23 novembre 2012

Milano 22 novembre 2012, Quartiere Stadera Polifonia, Multietnia, Plurigoduria di Compa

Bàgai,
ieri sera presso le scuole di Via Palmieri del quartiere Stadera è partito il progetto Polifonia, promosso dai Podisti da Marte. Come scrive Andò: Polifonia è stato “pensato e sviluppato dai Podisti da Marte con il sostegno di Yakult e il patrocinio del Comune di Milano, in collaborazione con i 9 Consigli di Zona e una lunga lista di associazioni no profit locali. Il progetto si pone l’obiettivo di originare momenti di incontro per favorire il benessere psico-fisico e la coesione sociale nei quartieri della città; ogni incontro è teso anche alla sensibilizzazione e alla raccolta fondi per un progetto a favore del quartiere ospitante.”
Le serate di Polifonia prevedono tante attività che si svolgono in contemporanea per favorire la partecipazione di tutti gli abitanti del quartiere e non solo; si corre, si gioca a calcetto (adulti e bimbi), si gioca sia con metodi tradizionali
che tecnologici (i-pad), si balla, si fa meditazione filosofica (ussignùr!), si mangia (menomàl !!!), si stà in compagnia di amici (uchebèll!), si raccolgono fondi per un progetto “concreto”(machebrau!).
A Stadera 1.500 euro andranno a favore della sistemazione dell’orto botanico per i bambini della scuola.
Ieri sera IO C’ERO ed ho goduto come una zecca bulgara dentro al pelo di un pastore maremmano.
E’ stata una serata “faticosa” ma, cume se dìs, ne valeva la pena. Il mio compito era di gestire il deposito borse insieme a due altri omaccioni (sigh!); per farci digerire l’ingrato compito il Capitano ci aveva messi vicini ad un sexy-shop, cioè un banchetto di vendita (shop) gestito dalle più incantevoli tra le (sexy) gnocche marziane.
La partenza non è stata tra le migliori; al mio arrivo il “comitato di accoglienza” dei volontari era desaparecido ed ho fatto un po’ fatica a trovare la mia postazione incrociando molte persone che chiedevano: “Dov’è lo spogliatoio?” “Dove devo andare io?”, “Ma ci sono le toilette?” Tutte domande a cui non sapevo proprio cosa rispondere; per fortuna piano piano le cose si sono sistemate; al deposito bagagli c’era solo Andrea; Dario era in coda in auto a litigare col traffico, col parcheggio e, soprattutto, con Donata! Al posto di un omaccione ci hanno prestato un omino; Beppe Macis a piazzare le borse è una frana ma nel procurare cibarie e bevande è più furbo e veloce di una faina svizzera.
Segregato nella mia postazione non ho potuto vivere a pieno tutte le attività ma vedevo, sentivo, capivo che la scuola per una sera era diventata  il cuore pulsante di tutto il quartiere. Noi abbiamo custodito le borse dei volontari, dei calciatori e dei runners; questi ultimi, che correvano lungo un tracciato disegnato nel vicino Parco della Chiesa Rossa, erano in realtà abbastanza pochi. A calcetto invece c’era tantissima gente ma soprattutto c’era una marea di bambini.
Le volontarie dei laboratori di gioco e di ballo sono state sommerse da una marea di bimbi gioiosi e festosi; la Francesca “Capellona” non l’ho mai vista con i pomellini delle guance così rossi! Ogni tanto uscivo in perlustrazione; i tavoli delle cibarie erano inavvicinabili; solo l’intrepido Macis riusciva ad intrufolarsi passando in mezzo alle gambe dei bimbi; c’erano risate dappertutto; solo la sala di meditazione filosofica era silenziosa e cosa avvenisse là dentro … mistero! In “sala giochi” ho finalmente conosciuto il mitico Pippo da Monza.
Il 47% dei bambini della scuola di Via Palmieri sono di origine extra-comunitaria; nei corridoi passavano bimbi, mamme e papà indiani, africani, filippini, slavi, cinesi, sudamericani, arabi. Il primo approccio dei bimbi era timido; si tenevano per mano alle mamme; pensavano che per avere qualcosa ci volesse il “soldino” e temevano che la mamma glielo negasse; quando capivano che era gratis i faccini si illuminavano e sceglievano con gioia il colore del loro palloncino e si mettevano in fila “disordinata” per la coca e la torta e le patatine. Per i bambini stare insieme e giocare è la cosa più naturale del mondo e non gliene frega niente se l’amico ha la pelle più scura o gli occhietti a mandorla.
Dal mio punto di osservazione una grande realtà mi illuminava la mente: in questo mondo siamo tutti della stessa razza, quella umana. Ed i  bambini lo hanno già capito, noi adulti ancora no.
Dopo un’oretta di corsa i runners tornavano sudati a cambiarsi; la partite di calcetto finivano ed il deposito borse si svuotava; nei corridoi della scuola il chiacchierìo perdeva man mano di intensità e spero che in tutti sia rimasto il ricordo di una bellissima serata.
Che dire di più? W POLIFONIA! W I MARZIANI (soprattutto le belle gnocche marziane)! GRAZIE Capitano!
Chi non c’era non sa cosa si è perso ma lo potrà scoprire alla prossima puntata.
Se vedùm.
Ettore “poli-godurioso” Compa
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