7 maggio 2012

6 Mag 2012 - Walk of Life Telethon Milano di M. Romanini

Non so dove ho trovato notizie sulla Walk of life, evento organizzato da Telethon in varie città italiane per raccogliere fondi sulla ricerca sulle malattie genetiche, ma dopo aver letto il regolamento ho pensato subito che, in preparazione al prossimo Giro Podistico del Varesotto, era il cacio sui maccheroni.
Testarsi sui 10k, nel centro di Milano, in una gara probabilmente non troppo affollata era un’occasione da non perdere. Lancio l’idea a Giamma che a sua volta coinvolge Ivano e così stamattina ci presentiamo in tre dietro il Castello Sforzesco di Milano, punto di partenza e arrivo della gara.
I servizi ci sono
tutti, ma è poca la gente, così si incontrano subito gli amici, non è difficile trovarsi con  Andrea Maltagliati, Alberto Fiandra e Marco Raimondi,  Antonio e Capitan Fabrizio.
Non si capisce se le nuvole vogliano solo restare a guardare o diventare per l’ennesima domenica protagoniste,  lasciando così qualche dubbio sul vestiario da indossare. Breve riscaldamento nei vialetti del Parco Sempione, poi la chiamata dello speaker ci porta nella gabbia di partenza dove regna un’atmosfera assolutamente poco competitiva. Non sembra neppure di essere a Milano, dove solitamente le partenze hanno proporzioni oceaniche. Stretta di mano augurale tra di noi, poi ognuno per sé e tutti per lo sport, quello vero. Le nuvole hanno deciso di andare a riposare, splende un magnifico sole.
Avvio lento, leggero imbottigliamento, quindi in via Legnano inizia la corsa. Imposto un ritmo regolare, che non mi faccia sentire subito affaticato e progressivamente risalgo il groppone fino a raggiungere Fabrizio. Cavoli, sto gareggiando a fianco di uno dei simboli del podismo milanese! Da Porta Nuova inizia un lungo tratto in sampietrini e porfido, sembra di stare alla Parigi-Roubaix. Non è gradevole correre così ma almeno transitiamo in qualche via diversa dalle solite che si percorrono abitualmente con Stramilano o Maratona. Piazza della Scala, siamo nel pieno centro di una città che per il momento sembra non accorgersi di noi, corriamo nell’indifferenza, che è sempre meglio dell’ostilità.  A metà gara non sono stanco e la proiezione mi dà un tempo sotto i 41 minuti, è il momento di osare un pochino. In via Canova non si può non vedere la lunga fila di chi attende un pasto davanti al convento dei Carmelitani Scalzi, poi ecco il classico andirivieni di Corso Sempione dove posso ammirare Andrea lottare per le primissime posizioni e Giamma appena dietro.
Mancano due km, ne ho ancora, respiro tranquillo mentre chi mi sta vicino ansima paurosamente, attendo il cartello col numero 9 per un allungo finale che diventa sprint appena vedo il gonfiabile dell’arrivo.  Ho l’artiglieria dei fotografi tutta per me … anzi no, si materializza una famigliola non competitiva che cattura l’attenzione di Antonio che non mi vede arrivare: dite che se avessi avuto i capelli lunghi mi avrebbe notato?
Scherzo naturalmente. Tempo finale 40 e 24, il cronometro mi dice che ho corso la seconda metà gara sotto i 20 minuti, ben più veloce della prima. Sono contentissimo, ho gestito bene il ritmo, ho raccolto qualcosa di quanto sto seminando con l’aiuto di coach Andrea Gornati. Giro di foto con tutti gli amici presenti, poi si torna alla macchina. Milano si è svegliata e si è accorta che c’è una corsa podistica: concerto di clacson in zona Arena Civica.  In mancanza di domenica ecologica il difficile rapporto tra la Milano che “va di corsa” e quella che “corre davvero” continua.
Michele Romanini

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