III
parte
E' così che mi ritrovo sul percorso della
quarta frazione, con la pioggia che si fa sempre più decisa, mentre io sono
indecisa se continuare a correre bagnandomi o continuare a bagnarmi camminando.
Chiedo a un vigile informazioni per tagliare verso il Castello, vagli a
spiegare che non mi sto ritirando... ebbene si, maledetto orgoglio, hai vinto
anche stavolta: proseguo. E poi quando, dico, QUANDO mi ricapita l'occasione di
correre... in corso Sempione?? Nooo... non lo sopporto!
Ma ecco un insperato colpo di fortuna, mi
imbatto in Biscottino, il soprannome che depista: sarebbe come dare della
collina
a una delle sue amate montagne, come ridurre la nostra passione per la
corsa a un hobby, come guardare solo al tempo e non vedere l'impegno. Ma
tant'è: Andrea, come tutti i grandi, è modesto e non vuole che si sappia in
giro che pasta d'uomo è (tutt'altro che frolla!), alle prese con le gambe che
fanno i capricci e, come se non bastasse, con me che decido di tenerlo d'occhio
e mi appiccico a lui come una cozza del Naviglio. In odor di santità, non gli
resta che portarsi dietro questa compagna che non si è scelto, muta come solo
una siciliana sa fare.
Il ristoro del 37° chilometro è tutto per
me: gli amici del GPT (all'anagrafe podistica l'Athletic Team del coach Giovanni
Vecchio), compagni di ripetute a merenda, mi battono tanti di quei cinque...
che perdo il conto, per poi deferirmi al coach, che di sicuro domani non mi
farà mancare una delle sue e-mail sarcastiche e piene d'affetto per la mia
concezione naif di allenamento.
Un giro intorno all'Arena che, diciamoci
la verità, senza il tifo inimitabile del Compa perde 90 kg (chilo più, chilo
meno...) di sapore... ma dov'è il Compa? Il vecchio volpone, in squadra con tre
“belle gnocche”, come è solito chiamare le donne dalla spiccata sensibilità e
dal quoziente intellettivo superiore a centoventi, se ne sta inventando di
tutti i colori per fare in modo che la sua maratona dei sogni non finisca mai e
state certi che, se ci fosse un posto dopo l'ultimo, lui per occuparlo ci
metterebbe la firma, scandendo ogni sillaba del suo cognome e ringraziando in
cuor suo di averne così tante!
L'Arena, quindi, i saluti con mister
Ecotrail Sicilia che oggi si è divertito, glielo leggi negli occhi e nella
chioma esultante, e finalmente il traguardo, coi compagni di staffetta di
Biscottino che lo aspettano armati di bandiera marziana, appena alle spalle del
gruppo Abbraccio che ha appena consegnato Nick alle coccole dei suoi tifosi e
quest'altra incredibile giornata alla storia della Milano City Marathon.
La festa all'arrivo è tutta per
l'Amisangeles che, con uno sguardo da apparizione mistica e con un'emozione che
ti passa da parte a parte, ripete meccanicamente: “Ce l'ho fatta... ce l'ho
fatta...”. Si che ce l'hai fatta, superLaura, ora sappiamo dove andavi così di
fretta quando ti abbiamo vista passare: a prenderti un signor PB in maratona, a
tirare fuori qualcosa per te dopo averci messo sempre dentro tanto di tuo!
Sono felice, sono esausta, sono
congelata: è solo adesso che mi accorgo che fa freddo e che, sotto l'acqua
ormai da ore, sono inzuppata come un pulcino. Per fortuna la mia borsa mi
aspetta a due passi dall'arrivo: l'ho lasciata a un amico che, posso solo
immaginare incollata al citofono come una chewing-gum, sotto la doccia starà
ripassando tutti i successi musicali dal Red Album dei Beatles ai giorni
nostri. Tocca al Tenente Dan e al suo socio in miracoli salvarmi anche questa
volta (cchiù pile pì tutti!), mentre gli mostro orgogliosa il mio tempo sul
Garmin.
A proposito, volete sapere com'è andata a
finire la scommessa? Cliccate qui
e, se vi è piaciuta questa storia, ricordatevi che avete tempo fino al 30 aprile
per fare la vostra donazione, piccola o grande che sia.
Marzianamente vostra,
Giovanna Cardella (Giogiò)
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