24 marzo 2012

24 mar '12 Milano PdM 35 - Defibrillatore per sindrome da... di G. Mainardi

DEFIBRILLATORE PER SINDROME DA…..
INNAMORAMENTO COMPULSIVO
Mi sono innamorata dei Podisti da Marte prima di conoscerli,  ho sentito il profumo che li ha preceduti, la leggera brezza che sospinge i loro spiriti, i suoni delle loro anime.
Incontrarli e conoscerli è stato passare dall’innamoramento all’amore, destare il cuore sopito e aprirlo all’emozione del sogno che si fa vita, così come la notte si desta al giorno.
Travolta da passione  e rapita dalla caverna che è il mio cuore mi  sono concessa, sì concessa con tutta me stessa alla gioia vibrante
di questo nuovo amore. Mamma sono sempre la tua bambina, non è come pensi.
La gentile concessione ha riguardato, sabato 24 marzo, la Croce d’Oro di Milano.
Chi non ha avuto una croce sul cuore? Da piccoli, per onorare promesse “sacre” si faceva una croce sul cuore a simboleggiare che si depositava nel cuore, scrigno segreto dell’intimità, ciò che in quel momento ci era più caro che noi stessi.
E allora tutti a correre per un defibrillatore. Non so cos’è un defibrillatore, ma so che il cuore malato non può farne a meno. E sabato, tutti abbiamo avuto bisogno di un defibrillatore che curasse la nostra sindrome da innamoramento compulsivo.
Il più innamorato di tutti, geneticamente innamorato e geneticamente incurabile, è stato il capitano Cosi. Tanto innamorato che ha voluto dismettere i panni di paziente, mostrando il “suolato” (sì proprio suolato, con i piedi nuovi) più celato, più profondo, per indossare quelli di un tenero e dolce coniglietto….
Nel prato della Milano festosa come è una città che si prepara ad accogliere la stra-milano, coniglio Cosi correva, insieme alle conigliette Giuliana Serracchioli, Laura Amisano, ai nuovi nati, a distribuire fiori, sorrisi, e cuori palpitanti.
E poi, quanti ospedalieri veri finti, ma tutti di carne, a curare innamorati e innamorate. Anche qualche cane infermiere, per fortuna non infermiere cane, a portare sollievo a tutti gli ammalati, per l’occasione radunati nella consueta P.zza Castello trasformata in un ospedale da campo.
Così è stato per il Comparelli, non più abile alla presa dei dolci, per l’ingessatura all’arto inferiore che, l’abbiamo capito dalle smorfie di dolore del volto, hanno reso il suo sorriso così poco “indentierato”.
E quanti, quanti medici. Tutti dottori. Tutti ad auscultare il cuore, a ossigenare i cervelli, a consultarsi per diagnosticare, presto e bene, di quanti dolori possiamo fare a meno. Sì defibrilliamo il cuore, ma le gambe no, quelle servono ancora fibrillatissime!
E le pance dottore, che facciamo con le pance? Dipende, se è costituzionale o insorta. Direi che la costituzionale possiamo lasciarla, ma la insorta no, tagliare tagliare.
Intervenire senza pietà su pance scomposte nella loro malattia che è di gola e non altro.
E sulle teste come interveniamo? Qui il lavoro, anche per i primari presenti non  è stato facile. Come convincere i cani podisti, e non parlo dei podisti che corrono come cani, ma di cani veri a quattro zampe, che il defibrillatore serve prima agli umani? Anche loro, a correre come matti e innamoratissimi…. di tutte le infermiere.
Io, che non sono infermiera e nemmeno bella e nemmeno saporita, ho avuto il privilegio di leccate che nemmeno un gelato…
Sarà che anche loro hanno invidiato le cure del Dott. Marco Airaghi, che ha sacrificato il suo sabato podistico alla paziente più assidua del suo ambulatorio neuro-psichiatrico.
E’ stato un sacrificio compensato dalla soddisfazione di aver sollevato, oltre al mio cuore, gli spiriti di sofferenti non indifferenti.
Certo, tutto non si può. La ricerca è avanzata, si sono compiuti progressi e la qualità della vita è migliorata. Ma alcuni incurabili restano tali: la Donny, Andò, Dario, Stefania, Edda, sanno da se stessi che non guariranno mai. Per fortuna, dico io.
Perché sono malati sì, ma malati d’amore.
Gabriella Mainardi
le foto della missione 35…. dopo la Stramilano!!
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