E' finito in
archivio il Campaccio 2012, con un grande spettacolo sportivo e la consueta
ottima organizzazione dell'Us Sangiorgese del presidente Claudio Pastori, con
un esercito di volontari che ha curato ogni singolo dettaglio. Nei risultati
tutto come da pronostico con il bis di Soi, ma non è questo il punto. Siamo
rimasti tutti ammirati dalla fame di vittorie dei campioni africani. Siamo
rimasti fin dalle prime ore del mattino tutti entusiasti per la carica dei
master, per la voglia di sfondare dei giovani che rappresento il futuro
dell'atletica. E allora qualche riflessione è doverosa farla, perché siamo ad
inizio anno, i propositi quelli buoni però ci devono accompagnare fino al
traguardo di questa stagione sia sportiva, perché ci saranno le Olimpiadi sia
lavorativa o economica che dir si voglia. Il cross anche oggi ha dato per chi
vuole vedere le cose al di là della poesia dell'aspetto agonistico, un'altra
lezione di vita. Queste dai master a quelle dei campioni più affermati non sono
gare che si improvvisano. Ci vuole tanta preparazione, tanta tenacia per poi
investire tutta la propria fiducia nel circuito di gara. Chissà se economisti,
politologi e soprattutto politici possono magari trarre ispirazione per capire
che come nello sport così nella vita pubblica, bisogna saper programmare per
tornare a costruire. Soi è partito dal Kenia , è ritornato al Campaccio la sua
gara porta fortuna per vincerla. Ha programmato il suo lavoro per essere il
numero uno un'altra volta e ha ottenuto quello che voleva. L'altra keniana Cherono
aveva anche lei preparato al meglio questo gara. E il suo lavoro le ha dato
ragione. E come augurio per il 2012 guardiamo anche tra i campioni di casa
nostra, al presidente della Nervianese, Luciano Re Depaolini che al rientro
agonistico ha subito conquistato una medaglia. Ciascun atleta nel suo ci manda
un messaggio eccezionale per la nostra quotidianità. Non mollare, lavorare,
credere, programmare e costruire una strategia per il futuro come ciascun
allenatore, direttore sportivo e atleta d'altronde deve fare per essere e
rimanere competitivo. Nelle varie istanze, dall'economia, alla finanza alla
politica come sarebbe utile tornare a guardare con una strategia. Sempre e non
navigando a vista. Gli atleti al Campaccio hanno iniziato il loro cammino agonistico
nel 2012 con uno sguardo sulla prospettiva che li attende. Anche noi nel nostro
quotidiano dobbiamo recuperare questa visuale. Se si tornerà a ragionare con un
traguardo da tagliare, tutte le crisi immaginabili e possibili saranno come i
saliscendi del Campaccio: superabili in agilità con la soddisfazione di
giungere al traguardo, fieri di avercela fatta. Il sorriso e la gioia naturale
ma anche molto composta dei campioni del Campaccio, quasi timidi sono
un'iniezione di fiducia per tutti noi. Grazie e auguri a Tutti,
Luca Di Falco
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