1 aprile 2019

Run for Parkinson: correre fa bene (fa bene qui e fa bene qui.. ognuno poi stabilisca dove). M. Marando

[ TUTTE LE FOTO ] - Si è tenuta ieri mattina, domenica 31 marzo, in una Legnano calda e fiorita, la corsa benefica diretta a sostenere la As.Pi. Ass. Parkinson Insubria Onlus Legnano, associazione che sostiene e contribuisce alla ricerca per debellare questa tristemente nota patologia.
Il caldo ed i fiori di cui sopra hanno incorniciato la gara podistica illuminandola di primavera, ma hanno anche fatto sputare il sangue a tutti quelli che – come la sottoscritta – starnutiscono ed ansimano fino all’anossia sin dal primo sbocciare di germoglio (e mio marito ci ha sperato fino all’ultimo…) ed a coloro che, consapevoli della inattendibilità delle previsioni atmosferiche per la strafottenza del clima di questi tempi, temendo l’arrivo del vento artico delle steppe russe si sono vestiti come se avessero dovuto correre la Polar Marathon, con fasce di micropile, cappelli di lana di vetro, guanti, giubbini, calzettoni e manicotti probabilmente autocombusti a fine gara.
Ciò che non è mancato è stata l’allegria generale, dato che quasi 800 persone di tutte le età, razze e falcate hanno affrontato i poco meno di 10 km dichiarati sul volantino, ignari del fatto che prati, gincane e sadiche salite avrebbero movimentato il circuito legnanese.
Io, dapprima infastidita dalla notizia che i km da percorrere non sarebbero stati proprio 10, ho poi ringraziato i numi tutelari per tale incompletezza, posto che all’atto di percorrere le due salite in fila ho scritto testamento e prenotato l’urna cineraria riportante le mie iniziali (e mio marito applaudiva senza ritegno), peraltro ignara del fatto che i giri di giostra sarebbero stati due (non posso riferire quanto partorito dalla mia mente triviale in quel frangente perché, nonostante tutto, resto una signora di mezz’età).
In ogni caso, correvano tutti: donne, uomini, bambini, giovani e vecchi (armati di bastoncino da montagna brandito a mò di fiocina che in un paio di occasioni mi ha fatto temere), grassi, magri, troppo grassi e troppo magri, alti, bassi (tra i quali annovero con vendicativo orgoglio anche il mio consorte), prestanti o meno.... insomma, tutti i presenti non si sono lasciati pregare e si sono lanciati verso l’altalenante ed impervio percorso, mossi – oltre che dal fine benefico – anche dal miraggio della probabile mangiata domenicale che sempre rimedia ad ogni male.
Non c’erano chip per misurare prestazioni e percorsi; non c’è stato lo sparo e si è partiti sulla fiducia; in realtà non c’erano neppure le spillette per appuntare il pettorale e, vi giuro signori, ho visto rimedi per affiggere il numero che voi umani non potete neanche immaginare.
Ma c’è stata la condivisione, l’allegria, la soddisfazione e c’era il fotografo del cuore, conosciuto in ogni angolo del globo terracqueo e da tutti gli abitanti del pianeta e provincia, che nella sua immensa monelleria, ci fa ridere proprio tutti e ci sfotte con fotografie inimitabili.
Ragazzi, io mi sono proprio divertita… segnatevi sto nome (come dice Achille Lauro, che non è una nave da crociera) che l’anno prossimo mi sa che ci rivediamo.
E voi? Che state aspettando?
Mirta Marando

1 commento:

  1. Grazie Mirta per la tua testimonianza.

    per Aspi Legnano
    Enzo Tesoro

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