28 gennaio 2014

San Vittore Olona, Cross Country Cinque Mulini – “5 Mulini, 1 Oliva e 1 Pulitzer”, di A. Oliva

[ FOTO ] - Quest’anno avevo un motivo in più per correre la 5 Mulini: la brochure.
Infatti, nell’opuscolo della leggendaria Cinque Mulini è pubblicato nientemeno che un mio racconto con tanto di foto in compagnia di Elena, Claudio e Franco!  Queste sono soddisfazioni. Un grazie a Giuseppe Gallo e allo staff de “il Cross più bello del mondo”. Un grazie ad Antonio, “colpevole” ideatore del titolo del racconto, racconto che Giuseppe ha letto nel suo Blog AndòCorri. E ovviamente un grazie agli amici-Runners del Gap Saronno, inconsapevoli e inesauribili fonti d’ispirazione.
Confesso che, quando sono stato avvisato, il primo pensiero è stato: “questi sono matti”. Il secondo: “dai Alberto, avrai capito male”. Il terzo: “no, ho capito bene, e alla Cinque Mulini sono proprio matti”. Esaurita la fase dell’incredulità è subentrata la fase del “però … ca...o, mica male” e quindi i pensieri
in rapida successione: “non me ne sono mai reso conto ma sono un grande giornalista d’asfalto (da non confondersi con il cosiddetto giornalista d’assalto)”; “tutto sommato alla Cinque Mulini non sono matti e io sono Napoleone”; “qua ci scappa il Premio Pulitzer”.
Ma torniamo con i piedi per terra, più precisamente nel fango. Questa è la mia 6^ partecipazione al “Cross più bello del Mondo” esattamente come le vittorie della grandissima Grete Andresen Waitz, alla quale si deve l’azzeccata definizione di cui sopra. Ma non ho intenzione di fermarmi qui (a partecipare, non a vincere). Inoltre il 6 è il numero che si assegna al favorito della corsa. Insomma, decisamente un numero importante e significativo per la Cinque Mulini.
Del Gap Saronno siamo in 4, divisi equamente in 2 gare. Cesare ed io abbiamo la partenza alle 9,00 mentre i 2 ragazzi, i giovani Loris e Robert-one inizieranno alle 9,45. Avremo quindi modo di vederci gareggiare ed incitarci a vicenda. Invece, un altro gruppetto del Gap Saronno preferirà il più rassicurante asfalto della Mezza Maratona di San Gaudenzio.
Con Cesare e Robert-one arrivo al campo gara mentre il sole inizia a sorgere, il cielo è limpido e il vento rende la temperatura piuttosto freddina. Dopo aver ritirato il numero di pettorale (buono il nuovo sistema del chip “usa e poi lascialo attaccato al pettorale”) ed esserci cambiati, proviamo il percorso. Constatiamo subito che il fondo è duro e quindi bisognerà stare attenti alle caviglie, di fatto in gara il fondo sarà meno duro di quanto ci immaginavamo, grazie al sole che si alza nel cielo e al passaggio dei numerosi Runners davanti a noi (ed erano proprio tanti!). Scopriamo inoltre che poco prima dei Mulini è stato modificato il percorso ed inserita una ripida salitella, bene, più il percorso è duro più noi ci esaltiamo (ma andava bene anche esaltarci un po’ meno). La ricognizione ci tornerà utile per sapere poi in gara quando sarà il momento di attaccare e quando invece sarà il momento di stare al passo e mantenere la posizione. In pratica quest’ultima sarà la condotta di gara dall’inizio alla fine, però in teoria sapevamo il punto più favorevole per sferrare l’attacco decisivo.
Sulla via del ritorno si inizia a filosofeggiare su cose importanti, sui perché dell’esistenza e sulle domande senza risposte. Cioè, di cosa dicono i nostri amici non-Runners. Delle domande che inevitabilmente ci rivolgono quando sanno che gareggiamo: “quanto sei arrivato?”, “la prossima Maratona che corri, quanti km sono?”. Ecco, se c’è qualche non-Runner che sta leggendo, non fate mai queste domande a un Runner ! Io non ti chiedo quando entri in un Cinema quanti spettatori sono arrivati prima di te ed erano già seduti e nemmeno quanto misura la tua scarpa numero 40!
Una volta in auto, appena usciti dal parcheggio incrociamo un veicolo della Rai, Robert-one si sbraccia e li chiama, ma passano senza vederci, non sapremo mai se erano lì per intervistare noi o solo uno che pensa di essere Napoleone mentre ritira il Premio Pulitzer.  
Alberto Oliva – Gap Saronno

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