[ FOTO ] - Quest’anno
avevo un motivo in più per correre la 5 Mulini: la brochure.
Infatti,
nell’opuscolo della leggendaria Cinque Mulini è pubblicato nientemeno che un
mio racconto con tanto di foto in compagnia di Elena, Claudio e Franco! Queste sono soddisfazioni. Un grazie a
Giuseppe Gallo e allo staff de “il Cross più bello del mondo”. Un grazie ad
Antonio, “colpevole” ideatore del titolo del racconto, racconto che Giuseppe ha
letto nel suo Blog AndòCorri. E ovviamente un grazie agli amici-Runners del Gap
Saronno, inconsapevoli e inesauribili fonti d’ispirazione.
Confesso
che, quando sono stato avvisato, il primo pensiero è stato: “questi sono
matti”. Il secondo: “dai Alberto, avrai
capito male”. Il terzo: “no, ho
capito bene, e alla Cinque Mulini sono proprio matti”. Esaurita la fase
dell’incredulità è subentrata la fase del “però
… ca...o, mica male” e quindi i pensieri
in rapida successione: “non me ne sono mai reso conto ma sono un
grande giornalista d’asfalto (da non confondersi con il cosiddetto giornalista
d’assalto)”; “tutto sommato alla
Cinque Mulini non sono matti e io sono Napoleone”; “qua ci scappa il Premio
Pulitzer”.
Ma
torniamo con i piedi per terra, più precisamente nel fango. Questa è la mia 6^
partecipazione al “Cross più bello del Mondo” esattamente come le vittorie
della grandissima Grete Andresen Waitz, alla quale si deve l’azzeccata
definizione di cui sopra. Ma non ho intenzione di fermarmi qui (a partecipare,
non a vincere). Inoltre il 6 è il numero che si assegna al favorito della
corsa. Insomma, decisamente un numero importante e significativo per la Cinque
Mulini.
Del Gap
Saronno siamo in 4, divisi equamente in 2 gare. Cesare ed io abbiamo la partenza
alle 9,00 mentre i 2 ragazzi, i giovani Loris e Robert-one inizieranno alle
9,45. Avremo quindi modo di vederci gareggiare ed incitarci a vicenda. Invece,
un altro gruppetto del Gap Saronno preferirà il più rassicurante asfalto della
Mezza Maratona di San Gaudenzio.
Con
Cesare e Robert-one arrivo al campo gara mentre il sole inizia a sorgere, il
cielo è limpido e il vento rende la temperatura piuttosto freddina. Dopo aver
ritirato il numero di pettorale (buono il nuovo sistema del chip “usa e poi
lascialo attaccato al pettorale”) ed esserci cambiati, proviamo il percorso. Constatiamo
subito che il fondo è duro e quindi bisognerà stare attenti alle caviglie, di
fatto in gara il fondo sarà meno duro di quanto ci immaginavamo, grazie al sole
che si alza nel cielo e al passaggio dei numerosi Runners davanti a noi (ed
erano proprio tanti!). Scopriamo inoltre che poco prima dei Mulini è stato
modificato il percorso ed inserita una ripida salitella, bene, più il percorso
è duro più noi ci esaltiamo (ma andava bene anche esaltarci un po’ meno). La
ricognizione ci tornerà utile per sapere poi in gara quando sarà il momento di
attaccare e quando invece sarà il momento di stare al passo e mantenere la
posizione. In pratica quest’ultima sarà la condotta di gara dall’inizio alla
fine, però in teoria sapevamo il punto più favorevole per sferrare l’attacco
decisivo.
Sulla
via del ritorno si inizia a filosofeggiare su cose importanti, sui perché
dell’esistenza e sulle domande senza risposte. Cioè, di cosa dicono i nostri
amici non-Runners. Delle domande che inevitabilmente ci rivolgono quando sanno
che gareggiamo: “quanto sei arrivato?”, “la
prossima Maratona che corri, quanti km sono?”. Ecco, se c’è qualche
non-Runner che sta leggendo, non fate mai queste domande a un Runner ! Io non
ti chiedo quando entri in un Cinema quanti spettatori sono arrivati prima di te
ed erano già seduti e nemmeno quanto misura la tua scarpa numero 40!
Una
volta in auto, appena usciti dal parcheggio incrociamo un veicolo della Rai,
Robert-one si sbraccia e li chiama, ma passano senza vederci, non sapremo mai
se erano lì per intervistare noi o solo uno che pensa di essere Napoleone mentre
ritira il Premio Pulitzer.
Alberto Oliva – Gap Saronno
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