Nell'era della fotografia digitale chiunque
ha una macchina fotografica in mano si sente un Fotografo ma non sempre è così
e Dia (che sta per la gloriosa diapositiva)
Sotto le Stelle lo dimostra. Nonostante
l’argomento qui trattato non sia totalmente attinente al tema del blog ho
ritenuto giusto fare un report di questo evento considerato che la “foto” è uno
dei veicoli che maggiormente uso nel raccontare il podismo. (An.Cap.)
[ FOTO ] All'interno
del polo fieristico/espositivo di Malpensa fiere (Busto Arsizio) si è svolta la
ventiduesima edizione di "Dia sotto le stelle". Manifestazione di
carattere culturale sull'universo delle arti audiovisive con una particolare
predilezione per la fotografia digitale ed il mondo ad essa collegato. Due
giorni di mostre, stage fotografici, conferenze e meeting con artisti da tutta Europa.
La
manifestazione ha avuto il suo avvio nella serata di venerdì 4 ottobre offrendo
al pubblico la possibilità di ammirare le esposizioni fotografiche di artisti e
gruppi di fotoamatori. Dalle ore 22.00 fino a mezzanotte ha avuto luogo, nella
sala conferenze, la lunga rassegna audiovisiva dedicata alla fotografia in
tutti i suoi molteplici aspetti, storie di viaggi in terre lontane dalle
atmosfere fiabesche come "Iceland - island from fire and ice" del
fotografo naturalista Stephan Wipperman (Germania), il feroce corto di critica
verso la spettacolarizzazione della cronaca nera, ispirato alla Carmen di Bizet,
intitolato
"la vicina si chiamava Carmen" a cura del francese Jan
Louis Terrien ma anche largo spazio a fotografi italiani, come Jacopo Martini e
Stefano Capella con le loro intense foto sequenze dedicate al mondo della
disabilità e lo sport.
La giornata
conclusiva, Sabato 5 ottobre, benché sempre incentrata su mostra e meeting, ha
avuto carattere più pratico e giocoso. Dalle ore 15.30 i fotoamatori presenti
hanno potuto usufruire dei servizi dello stand Canon in merito ad assistenza e
consulenza, provare in prestito i numero obbiettivi ma soprattutto
intrattenersi fotografando le bellissime maschere veneziane che per tutto
l’arco della giornata si sono intrattenute nel cortile esterno del polo
fieristico. Complimenti a tutte le “maschere” che, con pazienza e gentilezza,
si sono fatti paparazzare fino a tardo pomeriggio. Sul finire della serata in
sala conferenze si è avuta l’ultima carrellata di corti e racconti fotografici.
Aggirandosi
all'interno delle sale espositive l'occhio inevitabilmente è caduto sulle opere
dei fotografi di maggior rilievo come Marcello Libra, fotografo freelance, che
con il suo “i colori del bianco” ha portato fino a noi la magia dei gelidi
paesi nordici intrappolandola in
cinquantasette scatti principalmente di carattere naturalistico senza però
disprezzare la paesaggistica. L'artista ha lasciato che l'occhio dei visitatori
si posasse sugli estemporanei paesaggi finnici ammantati di bianco candido, il
dinamismo dei rapaci nord americani o le gelate distese di ghiaccio del polo
sud, animate di vita solo dalle colonie di pinguini imperatore.
La società
italiana di caccia fotografica ha visto esposte le opere di Luigi Ripoldi,
anche lui fotografo naturalista, il quale ha presentato una collezione di
scatti dedicati alla vita e caccia dei volatili nei loro ambienti naturali;
notevole la qualità ed i colori che rendevano dinamiche e molto vive le
fotografie.
Altro
artista di grande spessore, le cui opere aprivano la mostra, il siriano Ibrahim
Malla, fotografo e volontario della Mezza Luna Rossa araba e della Croce Rossa
Italiana, il quale ha portato 41 scatti di forte impatto emotivo ed umano
riguardanti la tragedia della guerra civile siriana ed l'intenso lavoro di
assistenza da parte delle associazioni umanitarie. Emblematici gli scatti dei i
campi profughi come quello di Domiz dove risiedono cinquantaseimila sfollati. nella
sala interna il fotografo italiano Franco Pagetti, Sempre a tema di denuncia
riguardo la guerra e le atrocità ad esse collegate, ha illustrato con una serie di scatti
particolarmente crudi, le guerre in Iraq e Afganistan. A testimonianza che la sofferenza ed il
dolore non conoscono etnie e confini, non esistono esseri umani di serie B.
Abbandonando
la durezza di climi artici e la tragedia della guerra, Gianfranco Bottino ricava
uno spazio irriverente ed ironico. Il suo “vita da postino” racconta con feroce
e divertente ironia l’atavica guerra tra il postino e il suo rivale di sempre:
Il cane. Bottino, dalla sella della sua vespa, si è divertito ad immortalare
gli inseguimenti di cui è stato "vittima" durante le sue giornate
lavorative. Scatti di movimento ed energia veramente simpatici.
Per
concludere questo colpo d'occhio sugli artisti voglio lasciarmi cullare nella
fiaba, nella coinvolgente dolcezza e fantasia del piccolo principe di Saint-
Euxepery. Vi chiederete voi, quale collegamento può esserci tra la fotografia
ed un romanzo?
I ragazzi
dell'istituto superiore di fotografia G. Falcone hanno presentato uno dei
lavori che, a mio giudizio, è stato tra i più fantasiosi e immaginifici. Il
piccolo principe raccontato in una serie di fotomontaggi accompagnati da
didascalie citanti le parti salienti del romanzo.
Ho avuto
l'occasione di parlare con uno di loro, Romeo, il quale mi ha narrato di come
l'idea del professor Maurizio Castelli si sia tramutata in pratica tramite
l'impegno e lavoro di tutti i ragazzi i quali, dopo aver posato o scattato le
singole fotografie, hanno dovuto addentrarsi in un lungo lavoro di editing
fotografico che ha richiesto un intero anno scolastico. Bravi, un lavoro
favoloso. Ho cercato anche io in quelle immagini la “mia pecorella”.
Concludendo,
benché lo spazio a disposizione fosse relativamente piccolo per un festival che
mira a proporsi come internazionale la gestione degli spazi, i numerosi artisti
presenti e l'eccellente organizzazione hanno fatto si che si creasse la giusta
atmosfera, incanalando l'interesse dei visitatori verso i molteplici eventi
offerti dalla fiera La totale gratuità dell’evento ha visto un nutrito afflusso
di pubblico durante ambedue le giornate.
Forse le
stelle possono essere soddisfatte di ciò che hanno illuminato.
Valentino Capasso
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