Vorrei essere in grado di giocare con i bambini come
Angie , Francesca o Rossella: ci vuole fantasia e maturità per dimenticarsi di
essere adulti . Un dono raro che per fortuna qualcuno in casa ha al posto mio.
Vorrei saper suonare una strumento come i ragazzi di
PEPITA, bravissimi e commoventi. Avrei voluto farlo alla loro età ma un
orecchio duro come il marmo - e anche poca applicazione- me lo ha impedito. Peccato non aver potuto
seguire tutto il concerto.
Vorrei
poter avere la grazia di Sofia quando balla la Zumba , per poter incantare muovendosi come lei ha
fatto con noi.
Vorrei
avere la capacità organizzativa e la verve di Fabrizio, grazie al quale
questa “gioiosa macchina da guerra” non avrebbe mai potuto mettersi in moto, e senza il quale non avrei potuto conoscere tante persone stupende.
questa “gioiosa macchina da guerra” non avrebbe mai potuto mettersi in moto, e senza il quale non avrei potuto conoscere tante persone stupende.
Vorrei
avere gli addominali di Ylenia, che per me sono un ricordo lontano e
inarrivabile . Vorrei portarli con la stessa eleganza, ma questo sarebbe
comunque impossibile.
Vorrei
avere la calligrafia di Claudia Popi; spero che per questa dote non le rimanga appiccicato
per sempre il compito di compilare le ricevute di donazione.
Vorrei
saper fotografare come Antonio o Giovanna. Perché la tecnica serve ma se non
hai sensibilità la luce può essere solo fredda.
Vorrei
non dimenticare nessuno scrivendo questa nota, ma so che lo farò, e me ne
scuso. Del resto, sono solo considerazioni sparse.
Vorrei
soprattutto che certe cose non succedessero. Ma ho vissuto abbastanza per
sapere che invece il destino ha in sorte oltre alle cose belle, anche delle
prove dure da superare che “non ci scegliamo ma dalle quali non è ammesso
ritirarsi”. Per ultimo quindi, mi lascio
il desiderio più grande: vorrei vederti di
nuovo presto con noi, Amico mio Andrea.
Franco Leonardi
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