Primo
Maggio, su coraggio! diceva la famosa canzone di Umberto Tozzi e stamattina di
coraggio ce n’è voluto per andare alla sesta edizione del Km Verticale di
Cossogno, diventato un punto fisso nel mio personale calendario podistico.
Il primo passaggio difficile è modificare la
posizione orizzontale e uscire dal letto sentendo rumore di pioggia
all’esterno. Era prevista, e poi non sono uno che si tira indietro, gli impegni
vanno onorati. La borsa è già pronta, pienissima, asciugamani, giacchine
impermeabili e maglie di cambio in grande quantità.
Non sono ancora le 7, le strade sono
completamente
deserte, mi fanno compagnia un CD di musica anni ’80 e il tergicristalli che lavora incessantemente. So cosa mi aspetta, ho già disputato due edizioni, ma la pioggia è una grossa incognita: mi faccio un po’ di predica da solo, mi dico che alla mia età forse sarebbe meglio restare a casa a festeggiare il compleanno di mia figlia, che la salute è una sola, che anche il viaggio in auto in queste condizioni è pericoloso. Mentre mi sgrido sono già a Baveno, piove di brutto e le nuvole basse danno un effetto nebbia, 11 gradi. In pochi minuti eccomi a Cossogno, convinto di essere tra i primi e invece è già tutto pieno, sia i parcheggi che il circolino che funge da ritrovo. Rispetto a due anni fa mi sento meno corpo estraneo, (oggi sarebbe più corretto “pesce fuor d’acqua”…), qualche faccia la conosco e poi mi saluta perfino il Sindaco di Cossogno! Già perché anche Silvia Marchionini, primo cittadino di questo paese, corre e corre forte! In segreteria trovo Paola, compagna delle gran fondo della scorsa estate, allegra e pimpante come sempre. Ritiro pettorale e un pacco gara che le grandi corse di Milano se lo sognano, poca carta e tanta sostanza.
deserte, mi fanno compagnia un CD di musica anni ’80 e il tergicristalli che lavora incessantemente. So cosa mi aspetta, ho già disputato due edizioni, ma la pioggia è una grossa incognita: mi faccio un po’ di predica da solo, mi dico che alla mia età forse sarebbe meglio restare a casa a festeggiare il compleanno di mia figlia, che la salute è una sola, che anche il viaggio in auto in queste condizioni è pericoloso. Mentre mi sgrido sono già a Baveno, piove di brutto e le nuvole basse danno un effetto nebbia, 11 gradi. In pochi minuti eccomi a Cossogno, convinto di essere tra i primi e invece è già tutto pieno, sia i parcheggi che il circolino che funge da ritrovo. Rispetto a due anni fa mi sento meno corpo estraneo, (oggi sarebbe più corretto “pesce fuor d’acqua”…), qualche faccia la conosco e poi mi saluta perfino il Sindaco di Cossogno! Già perché anche Silvia Marchionini, primo cittadino di questo paese, corre e corre forte! In segreteria trovo Paola, compagna delle gran fondo della scorsa estate, allegra e pimpante come sempre. Ritiro pettorale e un pacco gara che le grandi corse di Milano se lo sognano, poca carta e tanta sostanza.
Vorrei fare qualche foto, ma piove troppo e
rimango a cuccia in auto fino al momento in cui mi ridico “su coraggio, esci!”,
è ora di bagnarsi. Sono il 36° della lista di partenza che conta oltre 200
atleti, scendo al Parco di Ramolino dove i giudici ed i primi atleti sono
pronti, si parte uno alla volta, uno ogni 15 secondi.
Alla chiamata dei giudici qualcuno non si
presenta: o è in ritardo o non ha trovato il coraggio. Arrivano Silvano,
Barbara e Fabio, c’è tempo solo per rapidi saluti, 3 …2…1 si parte. Subito
salita su asfalto, poi bosco e stradine di paese, breve tratto in piano prima
di affrontare la lunga mulattiera fino all’Alpe Rugno. Nonostante le scarpe da
trekking la presa sui sassi bagnati è precaria, due passi avanti e mezzo
indietro, massima attenzione a non mettere la suola sui lastroni levigati.
Salgo cercando appoggi sicuri, (tipo zoccolo di Gnu o vertebra di Moffetta …),
corricchiando dove la pendenza lo consente (quasi mai …). L’Alpe Rugno,
diversamente dagli altri anni, è deserta, i pochi presenti mi incitano e ho ancora
fiato per ringraziarli, 500 metri di dislivello sono in archivio.
Da dietro iniziano ad arrivare i veri skyrunner,
quelli che riescono a correre su queste pendenze proibitive. Più che una corsa
è una danza, fatta da piccoli saltelli frequenti, passi corti ma efficaci che
li portano in breve tempo fuori dalla mia visuale. Dopo l’Alpe Aurelio il sentiero si porta in
costa dove siamo investiti da un vento gelido, giusto dove inizia il tratto più
difficile, dove perfino gli stambecchi in canottiera e pantaloncini faticano a
danzare. So benissimo che il traguardo è sopra la mia testa, mi sembra di
vederlo, ma prima di arrivarci devo arrancare, ansimare, lottare per una
manciata di minuti che paiono eterni.
Poi come al solito, gli ultimi 30 metri in forte
pendenza fatti di corsa, col cuore fuori giri e le gambe che tremano, miracolo
della mente. Un’ora e due minuti, cinque in più dell’anno scorso. Come mai? Non
mi pongo la questione, sono arrivato e basta.
Causa maltempo l’elicottero di servizio non ha
potuto portarci le borse con i cambi asciutti qui in cima al Monte Todum, non
c’è neppure acqua da bere ma con tutta quella che sta scendendo dal cielo non
ne sento la mancanza. Estraggo il giubbino antivento infilato nella parte
posteriore dei pantaloncini e scendo piano piano verso valle, incrociando tutto
il gruppo dei partecipanti. La maggior parte è serena, stravolta ma serena,
alcuni chiedono quanto manca, la risposta è sempre “poco”.
Mi godo la discesa con calma, consapevole che
non farò più fatica e che è impossibile bagnarmi più di così.
Car sweet car, finalmente qualcosa di asciutto
da indossare, dolce sensazione di pulito che mi accompagna al Parco di Inoca
dove sono stati preparati tanti tavoloni per poter pranzare in compagnia, tutto
compreso nella quota di iscrizione!
Ottima l’organizzazione, ottimo il cibo e ancor
di più la compagnia di Barbara, Fabio, Silvano e Fausta, grandi amanti della
montagna e veri esperti di questo tipo di corse. Barbara è la meno soddisfatta
della propria prestazione e infatti è quella che vince un premio, terza nella
categoria “signore”…
In conclusione: la pioggia da una parte ha reso
più eroica questa corsa già difficile, dall’altra ha rovinato i momenti
conviviali. I miei complimenti agli
organizzatori di AVIS Marathon Verbania, premiati dal record di partecipanti e
che hanno dimostrato di saper far funzionare bene le cose perfino in giornate
complicate come oggi.
Mi prenoto già per la prossima edizione: Primo
maggio, su in viaggio!
Michele Romanini
***
l'estate arriverà e allora:
Grazie Michele per il racconto e la compagnia ...
RispondiEliminaAlla prossima ... sperando in un bel sole !!!
Silvano