20 febbraio 2012

18 Feb 2012 Milano - 34° Podisti da Marte: la mia strada... di L. Amisano

La mia strada verso…
Ogni volta che il Capitano parla, il mio cervello inizia a girare, le rotelline piano piano si mettono in movimento, sempre più rapide. Avevo in mente altro per la missione di carnevale, avevo in mente ciò che poi ho solo rimandato di un mese, il 24 marzo farò ciò che ho progettato, qualunque sia il tema della missione, e lui lo sa già… uomo avvisato…
…Quando ha detto “musica”, quando ha detto “orchestra”, io l’ho vista! Ho visto strumenti sorridenti ballare e agitarsi, ho visto graziose fanciulle che si ornano di violini come fossero cappellini retrò, ho visto simpatiche percussioni che baldanzose agitano il loro larghi “deretanoni” sonanti, percuotendoli con mazze colorate… e un ragazzone che finge di essere un fiero pianoforte, tutto compreso dal suo ruolo… e un violoncello, dolce di sorrisi e d’occhi, la vedevo già… pur non sapendo chi sarebbe stata… 
avrei voluto un corno e una tromba, ma ci sarebbe voluto molto più tempo… e poi lei… l’arpa… lo strumento che si vede in poche sinfonie, che c’è e stupisce per il suo suono fiabesco.
Insomma, avevo le idee molto chiare sul cosa, ma fumosissime sul come. Quali materiali? Quanto tempo dedicare? Quanto dettagliati? Ma soprattutto, come si rende indossabile uno strumento, perché ci si possa anche correre? Risposta: con la gomma piuma. Primo passo: dove si compra la gomma piuma? Visto che è il materiale più leggero e duttile che esista per fare qualcosa che deve “star su da solo” ma potersi anche piegare senza rompersi… così sono andata dal mio spacciatore abituale di tessuti e lì, in un grande cesto, ecco la mia felicità… quel giorno scrissi sul mio diario di FB qualcosa sul mio spacciatore di sogni… avevo appena comperato la materia prima… per violini e pianoforte e violoncello e arpa. E poi? Restavano le percussioni…
Mi ci voleva un’ideona e, una sera a cena, il mio eterno Capitano pronuncia la parolina magica: hula hop… e così sia…
Dove si comprano gli hula hop? Facile! Adorato Web che rispondi a tutte le mie domande, basta chiederti nel modo giusto e offri ventagli di opzioni, chissà se ti chiedessi di me? Cosa mi risponderesti ;)
Così ho cercato le immagini degli strumenti, per essere il più possibile fedele alla realtà, pur conservando il tono di “cartone animato” che curo con attenzione, perché ogni missione è uno spettacolo che va in scena, ormai, e per me è un film d’animazione. Santo web mi ha fornito anche questo… stampe, fotocopie ingrandite a dimensione quasi reale, per i violini, il resto, a mano libera…
Ma i timpani? Le percussioni? Sapevo già chi poteva farlo con il giusto aplomb: Ettorone-tamburone-Compareli ha le physique du rôle , ma in orchestra ci sono almeno tre elementi… certi dettagli vanno accantonati, finché le risposte non arrivano da sole.
Dieci giorni prima della missione, avevo quasi tutto ciò che mi serviva, così ho iniziato con i violini, ero partita dicendo: ”sarà uno solo e sarà perfetto in ogni dettaglio”, ma poi ho avuto in mano l’elenco dei partecipanti “zoccoli duri” e dai nomi, ho visto che tante di quelle amiche avrebbero potuto far brillare l’orchestra dei loro sorrisi, ornati di violini, così, se uno era promesso per affinità onomastica, di certo ne avevo almeno altri dieci da offrire ad altrettante violiniste… e così è stato. Uno a uno sono usciti dalla gomma piuma, e mi son saltati in mano, la forma sensuale, gioiosi di voglia di farsi notare.
Un’altra informazione da chiarire: come si incolla la gomma piuma in maniera efficace ed eterna? E via di web, a’ nata vota… e così, un bel giro di shopping per tre diversi tipi di colla, ma ce n’è solo una che va benissimo, il Vinavil… profumato gioco di altri tempi.
Così ogni violino ha avuto il suo manico, e l’enciclopedia ha acquisito il giusto “peso” nella bisogna.
È venuto il momento dell’arpa, la più complessa, perché deve “star su” essere leggera, sembrare davvero un’arpa, avere le corde, e possibilmente essere indossabile, ancora incerta su chi sarà l’arpa, la disegno, con una foto sotto gli occhi, e cerco di mantenere le proporzioni di quel scendere giù e risalire su vertiginoso. Chiedo a Luca un parere, sembra un’arpa, aggiudicata. Vorrei darle davvero la forma giusta, l’arpa è larga nel punto che appoggia al musicista… chissà come farò?
Così prendono forma piano piano anche il pianoforte: ”Marino mandami la tua circonferenza toracica” (si perché anche per il pianoforte, avevo già l’interprete ideale: il grande Marinz), e così anche il piano salta su e mi sorride, pronto per essere colorato e incollato.
Come si colora in modo efficace la gomma piuma? Azz! Vernice spray… altro giro di shopping…
I giorni passano, le puntate dallo spacciatore di sogni si susseguono, le compere al reparto bricolage sono appuntamento fisso ormai, ogni giorno un pezzettino, elastici, fettucce, doppia razione di vernice spray (e meno male perché anche così, era al limite), doppio giro di gomma piuma, mica che resto senza il venerdì sera…

Quel venerdì arriva… anzi già il giovedì, la casa è un disastro inabitabile, io e Luca siamo confinati a ruoli di comprimari, ove strumenti, tessuti, cerchi, colle e vernici la fanno da padrone. Un passettino alla volta tutto prende la sua forma, tutto assume colore, venerdì esco presto dall’ufficio e dopo l’ennesimo giro di acquisti, mi fiondo a casa, e il mio aiutante nonché figlio è incaricato di fare le mazze, che fa benissimo direi, grazie Luca (Paolo?). Ancora ho sul balcone (terrazzino minimo) il cellophane che ha riparato i muri dallo spruzzo marrone, nero e oro, e non è che sia andato via neppure del tutto l’odore.
Arrivo a sera e ho dodici violini, uno ha poco colore, come un soldatino di piombo rimasto con una gamba sola, per mancanza di materia prima, lui è pallido, ma fiero, e lo indosserà una ragazza bellissima, a sorpresa, ne ho uno in più, e lei sarà senza strumento.
Il violoncello languido giace in attesa dei suoi nastrini, l’arpa è indietro, le manca tutto… ho deciso di prendermi l’incombenza dello strumento che rischia di essere il più brutto, sarò io l’arpa, lo so da un po’, così se viene male, saran solo affari miei. La sera prima, giovedì, con il sottofondo del Dottor Zivago avevo incollato il piano, che ora attende il suo turno di belletto, nero sarai, la tastiera è lì, che sta su per miracolo… Marino sii gentile con questo pianoforte, che più che forte è contro ogni legge della fisica, se sta insieme.
Le borse capienti accolgono tutto, uno pezzo alla volta, i tamburi sono i più facili, e venerdì notte, con “Il postino” a farmi compagnia, li monto a uno a uno, sperando che tengano un’ora di corsa, come vorrei che i miei folletti fossero qui ad aiutarmi, come vorrei che di nuovo il tempo si dilatasse, stavolta non accade, tiranno mi insegue… mentre gli occhi si fanno pesanti.
Così è stato, fino alle tre e mezzo del mattino, sapendo che il mio Capitano stava facendo lo stesso o analogo lavoro, da qualche parte…
Così ho percorso questo cammino, un passettino dopo l’altro, sulla mia strada verso… un futuro diverso.
L’ho fatto per amore, come sempre, e spero si sia visto.
Lamisangeles
***

1 commento:

  1. "simpatiche percussioni che baldanzose agitano il loro larghi “deretanoni” sonanti"
    immagine "inquietante che mi ne ha ricordato una analoga dell'inferno dantesco: "ed elli avea del cul fatto trombetta"
    lamisangelese SEI UN AMORE !!!

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