La mattina è davvero fredda, i termometri segnano
-14° e, dopo aver parcheggiato l’auto, mi rintano (come tanti) nel bar per
scaldarmi con un caffè e potermi cambiare al caldo. Mi guardo in giro ma le
facce note sono veramente poche. Poco prima della partenza incontro Carlo, che
mi ha tradito e fa la 17km, così lo accompagno verso l’arco gonfiabile per
vederlo partire. Contemporaneamente trovo Ennio e decidiamo di farla insieme,
vada come vada.
Partiamo pian
piano perché il freddo è davvero tanto, fa ghiacciare la faccia e le dita sia delle mani che dei piedi. Dopo tre chilometri cominciamo a scaldarci e riusciamo anche a goderci il paesaggio: prati innevati, ruscelli ghiacciati, alberi imbiancati come se fossimo nel
Circolo
Polare… farà freddo, ma è veramente suggestivo.piano perché il freddo è davvero tanto, fa ghiacciare la faccia e le dita sia delle mani che dei piedi. Dopo tre chilometri cominciamo a scaldarci e riusciamo anche a goderci il paesaggio: prati innevati, ruscelli ghiacciati, alberi imbiancati come se fossimo nel
Arriviamo al primo ristoro quasi senza
accorgercene. Dopo poco dobbiamo letteralmente buttarci giù da una discesa
ripidissima che, volente o nolente, faccio tutta sul sedere. E’ la cosa più
divertente della giornata e sono felicissima di doverla rifare per ben altre
due volte in pochissimo tempo: sembra di tornare bambini!
Arriviamo al secondo ristoro, ma qualcosa qui va
storto: dopo pochi metri comincio a stare male, ho nausea e forti giramenti di
testa, soprattutto ai cambi di velocità. All’inizio non dico nulla nella
speranza che passi tutto e per non pesare sul mio compagno di corsa, ma dopo
qualche chilometro devo informare Ennio, che rallenta con me anche un po’
spaventato dal pallore del mio viso. Arrivo con fatica al terzo ristoro, ormai
abbiamo già fatto 20km. Ennio mi consiglia di ritirarmi ma a quel punto ho uno
scatto di orgoglio e mi rialzo, dopo aver bevuto un provvidenziale bicchiere di
Cola che aiuta il mio stomaco a riprendersi. Raggiungiamo così Robertina e
facciamo gli ultimi chilometri con lei. Passiamo davanti al dolmen “curativo” che
sembra mi dia forza, tanto che recupero colorito e allungo anche un po’ il
passo. Riprendiamo il cammino e, dopo varie salite e discese, ci tocca pure
attaccarci ad una corda per affrontare un pezzo veramente ripido e in parte ghiacciato:
anche questo è stato un vero e proprio divertimento.
Finalmente la scaletta: la faccio ma non sento
molta stanchezza. Arrivata in cima provo a mangiare, ma interrompo subito puntando
su un bel bicchiere di bibita gassata che il mio stomaco sembra gradire molto
di più. Ci avviamo così verso l’arrivo, distante ormai circa tre chilometri.
Finiamo col tempo di 3h52’50’’, non male per una
che doveva ritirarsi, anche se sicuramente avremmo potuto fare meglio. La sfida
è solo rinviata di un anno!
Un complimento a Barbara, Cecilia e a tutti gli
altri organizzatori: i “Sentieri” sono sempre una gara stupenda, con qualsiasi
condizione meteo!
Maria Muraro
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