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26 dicembre 2013

Scusa Valerio… - Un pacer risentito risponde, di G. Pittalà

Scusa Valerio:  Sono Giuseppe Pittalà  detto Peppino, (Antonio mi conosce bene) nel  leggere il tuo racconto sulla maratona di Pisa http://andocorri.blogspot.it/2013/12/15-dic-2013-pisa-pisa-marathon.html mi sono sentito chiamato in causa, forse sei stato sfortunato, io posso assicurarti che non tutti pacers sono come tu li hai descritti, io ho alle spalle una trentina di maratone più alcune ultra tra cui due passatori e tre Pistoia-Abetone, ho fatto il pacer nelle più famose maratone d’Italia, come Roma, Venezia, Firenze e altre, e per la mia esperienza posso dirti che il nostro aiuto è molto apprezzato da tantissimi runners, certo tu sei libero di non essere d’accordo ma non per questo “…è una pratica diseducativa e antisportiva” come tu dici.
Giuseppe Pittalà
  • Colgo l’occasione di questo appunto inviatomi dall’amico, e pacer di lungo corso, Peppino per conoscere il vostro pensiero in merito all’utilizzo dei pacer nelle maratone e mezze maratone.
Per quel che riguarda me l’unico tentativo di usufruire di un pacer fu alla maratona di Barcellona del 2010. Purtroppo il tentativo abortì dopo poche centinaia di metri: nella caotica  partenza  il palloncino delle 4:30 di Pedro scoppiò e lo persi di vista definitivamente.  Forse se fossi riuscito a seguirlo avrei terminato la maratona nei tempi stabiliti invece finì la mia gara con un ritardo di 10/15’.

20 novembre 2012

MARATONA DI TORINO - SENTI CHE BEL RUMORE! di F. P.

Dicono che Torino è uno dei vertici del triangolo maledetto. Dicono che a Torino passano incroci esoterici... possono dire quello che vogliono, io di certo so che a Torino passa il il fiume Po e soprattutto passa la mia felicità.
Capita che per gioco, e in questo caso si tratta di gioco d'azzardo, decidi di fare una maratona. Capita che prendi sottogamba cos'è la preparazione di una maratona, e capita che ti ritrovi a poco meno di due mesi dalla maratona che ancora non hai pianificato l'allenamento. Capita che qualcuno più pazzo di te ti trova la soluzione al problema, e ti butta giù una tabella "concentrata". Cavolo!!! Ok che a volte capita, ma doveva capitare proprio a me???
Mi ritrovo a fine settembre senza allenamento specifico, senza "medi" e senza troppi lunghi a disputare una mezza maratona come allenamento. Il risultato non è stato deludente nonostante la fatica

TORINO 2012 - "Turin Marathon" - FOTO

TURIN MARATHON 2012 
Maratona - Stratorino 10 km - Junior Marathon
LE FOTO
ALBUM 1: pre-gara e partenza maratona - 400 foto - ALBUM 2: Stratorino - 520 foto
ALBUM 3: arrivi maratonina bambini - 230 foto - ALBUM 4: arrivi 10km - 470 foto
ALBUM 5: arrivi 1a parte e varie - 360 foto - ALBUM 6: arrivi 2a parte - 430
ALBUM 7: arrivi 3a parte - 430 - ALBUM 8: finito!!
ARRIDERCI alla PROSSIMA 

21 aprile 2012

Milano City Marathon - II parte - Un tranquillo weekend di... maratona! di GioGiò

II parte
Ore 10:00 di domenica mattina: la rassegna stampa su Facebook è un bollettino di guerra. Sotto la pioggia battente, la motivazione di tanti fa acqua. Fior di menti sono al lavoro per inventare la scusa dell’anno pur di tornare sotto le coperte. Sotto le coperte?? Mentre si corre LA MARATONA A CASA NOSTRA?? Inzuppati si, sfigati MAI: si esce!
I maratoneti sono già sul percorso. Al passaggio dei 21 km si ode un sol grido: “Min**ia!”: la pedana del chip si è infatti inabissata in una pozzanghera, in onore del centenario del Titanic (ma che razza di ricorrenza è??). Saltello tra le aiuole per incitarli, poi mi do una mossa: i miei compagni sono già sul percorso. Già, i miei compagni: Salvuccio, che quando riesce a non procurarsi i più inverosimili

16 novembre 2011

13 Nov 2011 - TURIN MARATHON di C. De Amici


Ho appena finito la mia 5a maratona e, steso a terra esausto, ripercorro mentalmente gli ultimi 500 metri di gara percorsi tra due ali di folla.
No, non sono arrivato tra i primi ma solo 1314esimo, più o meno a metà classifica, ma il tifo è stato lo stesso sorprendente.
Se non ci fosse stato il pubblico a motivarmi e a spingermi fino all'arrivo probabilmente avrei mollato e non avrei abbassato di due minuti il mio personale, stabilito un mese fa alla maratona del lago Maggiore. Ero indeciso se partecipare a questa maratona perché pensavo che non ci sarebbe stato il supporto psicologico e l'incitamento del pubblico, ma mi sbagliavo. I torinesi sono stati molto vicini ai concorrenti sia alla partenza, sia durante l'attraversamento dei paesi della cintura torinese. Non ci hanno abbandonati nemmeno durante il lungo e massacrante rettilineo finale di corso Francia e all'arrivo c'è stata un'accoglienza strepitosa e un impatto scenografico incredibile.
Veramente pochi i punti negativi: il ritiro del pettorale il giorno precedente alla gara, la mancanza di informazioni riguardo i parcheggi sul sito della manifestazione, la partenza un po' stretta e pericolosa, gli spogliatoi piccoli, il pasta-party organizzato la sera invece che subito dopo la gara.
Sono invece moltissimi gli aspetti positivi: la partecipazione del pubblico, gli spugnaggi e i ristori perfetti (a livello di qualità, quantità, logistica, dislocazione e assistenza dei volontari), il percorso interamente chiuso al traffico e con un altimetria che favorisce il rush finale in progressione, l'organizzazione efficiente, un arrivo spettacolare, il ristoro finale abbondante, le coperte tecniche per tutti i finisher all'arrivo, il clima perfetto per correre una maratona (5/6°C alla partenza con leggera nebbia, 12/14° soleggiato all'arrivo).
Tornando alla mia gara che dire... ho rischiato troppo nella prima parte correndo dieci secondi sotto il ritmo gara preparato in allenamento e puntualmente ne ho pagato le conseguenze al trentacinquesimo chilometro. D'altronde, avendo già abbassato il mio personale di 7 minuti nell'ultima maratona, volevo provare a fare il botto, ma come insegnano tutti gli allenatori, abbassare di 5" il ritmo gara previsto è già un rischio, di 10" è un suicidio.
Comunque come sempre devo ringraziare il mio amico e vicino di casa Luca, che oltre ad avermi iniziato alla corsa mi ha fatto da maestro trasferendomi tutta la sua esperienza accumulata in 17 maratone in giro per il mondo e che mi ha fatto da freno fino alla mezza tentando di non farmi andare troppo veloce.
Il percorso è scorrevole fino al 25° chilometro ed è facile lasciarsi trasportare dall'entusiasmo e lasciar correre troppo la gamba. Purtroppo poi ci sono due salite massacranti seguite da una discesa che aiuta a recuperare come fiato ed energie ma affatica e traumatizza ulteriormente le gambe già provate da 30 km di corsa. Si arriva così al lunghissimo rettilineo di corso Francia abbastanza stanchi di gambe, ma per fortuna a questo punto interviene l'incitamento del pubblico che riesce a farti portare a termine la gara. I riscontri cronometrici dimostrano la mia tattica avventata: 50'04" al decimo, 1.46' alla mezza,  2.33' ai trenta chilometri e 3.39'26" all'arrivo. Una condotta di gara più costante mi avrebbe probabilmente permesso di abbassare di qualche minuto il tempo finale. La maratona è una gara che si fa con la testa, non solo intesa come forza di volontà, ma soprattutto come capacità ragionata di gestire lo sforzo fisico. Alla fine comunque io e i miei compagni di viaggio  siamo rimasti tutti soddisfatti o quasi. Io ho abbassato il personale, Luca ha finito la maratona in 3.41' nonostante la scarsa preparazione dovuta agli infortuni, Paolo ha strappato un ottimo 3.31' (lui che ha un PB di 2.55') alla faccia dei suoi tendini doloranti e Antonio ha fatto delle bellissime foto alla partenza e all'arrivo. Solo Francesco è rimasto un po' deluso nonostante un bel 3.09' perché sperava di scendere sotto il muro delle tre ore.... ah, dimenticavo, Massimo ha fatto il suo personale in 3.51' nonostante una fermata ai "box" di oltre tre minuti per "alleggerirsi" un po'!!!
Che dire, mi sa che l'anno prossimo ci torno...
Carlo De Amici
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18 ottobre 2011

16.10.2011 Arona-Verbania - 1^ Lago Maggiore Marathon di G. Colombo

Dialogo semiserio tra un podista e i Santi durante una maratona
Fa freddo. Beh non come in Lituania, da dove sono rientrato venerdì, ma fa freddo. Sarà anche la casa dei suoceri a Castelletto Ticino, che è grande e i riscaldamenti non sono ancora accesi, ma domenica mattina alle 6 e un quarto batto un po' i denti. Il solito rituale propiziatorio, la colazione e aspetto Michela che mi accompagnerà alla partenza. Meno male che ho portato il giubbotto, temperatura indicata sul cruscotto della Panda 3 gradi. Passo un'ora mezzo a cercare di non congelare, mentre arrivano tutti i podisti. Mi rifugio al tendone, comincio a vedere le casacche amiche biancoblu. Siamo in 18, mi dicono; alcuni non si aspettavano di vedermi. Non ho pubblicizzato molto l'evento e, con il senno di poi, posso dire... >>>Gianni Colombo
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17 ottobre 2011

16. OTT '11 ARONA - LA 1a PRIMA MARATONA DEL LAGO MAGGIORE, UNA MARATONA COME SI DEVE!

Per i tipi della ProMotion non era facile dar vita ad una gara podistica organizzata meglio della primaverile "Lago Maggiore Half Maraton" . Invece è andata così. La Maratona corsa oggi da Arona a Verbania/Pallanza non è andata bene, è andata stra-benissimo! Ogni cosa ha funzionato come deve funzionare in una Maratona con la "M" maiuscola e che vuole lasciare di sè un ricordo indelebile e con l'impegno più gratificante (per gli organizzatori) assunto da ogni runner  : "L'anno prossimo la rifarò! ". Il cielo, il sole e la temperatura erano proprio perfette per correre 42,195 km senza soffrire più di tanto (si fa per dire!). E il percorso era semplicemente spettacolare. Mi sa che di maratone in Italia che possono paragonarsi a questa per la bellezza regalata ad ogni passo ce n'è davvero poche. Una bellezza che ti sostiene e ti spinge nei momenti di maggior stanchezza. Sì perchè quando stavo correndo e mi sembrava che le gambe o il  fiato non ne volessero sapere di esaudire il mio desiderio di andare forte, uno sguardo al blu del lago, alla maestosità delle montagne che lo circonda o all'azzurro del cielo che tutto rallegra, e mi sentivo meglio! Un doping potente, ma che più naturale ed ecologico di così non ce n'è. Ma tutto ciò -diciamolo- non è mica merito dei tipi della ProMotion! Quello di cui però loro a buon diritto possono vantarsi è stata l'organizzazione perfetta. Dalle lepri (tante, per tutti i gusti), ai ristori tutti ricchi non solo di acqua ma anche di Enervit e di frutta. E poi mai nessuna ressa, nessuna confusione da nessuna parte, nè al deposito e alla riconsegna delle borse, nè alla riconsegna del chip, nè al ristoro finale, e neanche negli spogliatoi. E poi chissà cos'altro mi sto dimenticando a testimonianza dell'attenzione con cui è stata curata questa bella gara.
Sì, questa Maratona ha tutte le carte in regola per diventare presto una delle più amate nel nostro Paese, pur non essendo certo una di quelle più veloci. E qui, adesso, devo fare una considerazione tutta personsale , una di quelle che non interessa quasi mai chi sta leggendo commenti di questo tipo: mentre correvo mi sentivo davvero bene, ero felice e mi sembrava giusto ripagare questa "1a Maratona del Lago Maggiore" con un risultato per me importante. Ebbene, ce l'ho fatta: ho migliorato il mio personale di quasi 8 minuti e sono arrivato dopo 3 ore 11 minuti e 49 secondi di fatica e di gioia pura, sperando così di aver fatto onore alla bellissima maglia arancione di "Podismo e Cazzeggio" con cui ho gareggiato. Merito mio, certo, ma merito anche di una giornata e di una Maratona che non dimenticherò tanto facilmente.
Francesco De Palo - la classifica - percorso GPS
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11 aprile 2011

10.04.2010 MILANO CITY MARATHON RELAY di L. Amisano

L’onda, un mare di bene
Devo riprendere le parole che ho scritto tra le mie note di Facebook:” Ma se due anni fa non sapevo neppure quando si corresse... anzi, sapevo che si correva a novembre, perché avevo incrociato una ragazza che si allenava per la maratona di Milano, ed era inverno, e mancavano 3 settimane...
Ma se un anno fa l'ho fatta senza capire bene di cosa si trattasse, un po' a rimorchio, come si dice, guidata da altri, a fare cose, ad andare in posti, a ritirare buste, a consegnare pacchi gara, a conoscere persone nuove, sfidando la mia natura...
Ma se fino a gennaio ancora non era in movimento, nel mio piccolo universo, questa cosa che si chiama Milano City Marathon
Perché adesso mi sembra che non ci sia altro nella mia vita?
Perché adesso trascorro il tempo a organizzare, telefonare, scrivere, spuntare, prendere numeri di telefono, e-mail, misure di magliette...

10.04.2010 MILANO CITY MARATHON RELAY di G. Serracchioli

La decisione è stata rapida, non premeditata: una telefonata per raccontare la staffetta a mia sorella e chiederle di correre una tappa con me, piano, tranquille. Risposta: "d'accordo, ma io non so correre! E perché non lo chiedi anche a Roberto?" (mio fratello, NdA). 2 minuti dopo ero al telefono con lui che mi dice: "Perché no? Però corro male e piano. Perché allora non facciamo un'intera staffetta? Chiedilo a papà". 2 minuti dopo ero al telefono con mio padre che, bofonchiando come il suo solito accetta la sfida. In 5 minuti, senza pensarci, avevo creato la NOSTRA staffetta. La più bella del mondo.
Non vivono a Milano, e quindi per tutto il tempo ci siamo sentiti al telefono e io non li ho visti fino al memorabile giorno.
Non pensavo di trovarli così eccitati, eppure erano tutti lì pronti, felici di esserci: mia madre e mio cognato inclusi, e ovviamente col sempre presente Toni pronto a immortalarci con la macchina fotografica. Io ho fatto la prima frazione più forte che potevo perché sapevo che loro sarebbero andati piano (avevo creduto a quello che mi avevano detto). Primo cambio: prende il chip mia sorella e io proseguo con lei. Chiacchieriamo sempre. "Se vuoi camminare, fai pure, ok?". Macché, se l'è corsa tutta!!! Secondo cambio parte mio fratello, velocissimo, e arriva al suo traguardo in un tempo inimmaginabile per uno che non corre mai. E quindi eccoci qua, all'ultimo cambio: il chip va a mio padre che prende a correre immediatamente. Io e mia sorella ci siamo attaccati a lui e ci siamo goduti per 7Km lo spettacolo di un giovane ottantunenne che, alternando corsa e camminata, si correva l'ultima tappa della staffetta più bella del mondo, sotto un caldo terribile, senza mai protestare. Gli ultimi 500 metri, ecco mio fratello! E tutti e 4 giungiamo al traguardo in 4:15 (alla faccia di chi va piano!), con i nostri pettorali della squadra n. 622: RESISTERE RESISTERE RESISTERE. Abbraccio finale, lacrimuccia, mi volto perché vedo altri marziani e li abbraccio per nascondere le lacrime. Felice di esserci.
Giuliana Serracchioli

9 marzo 2011

06.03.’11 Barcellona - Maratò de Barcelona - “Ossona International”

Ossona c'è! Anche a Barcellona il famoso striscione di Quelli della Via Baracca risalta a pochi metri dalla partenza della maratona. Questa volta però non si muove, non percorre qualche centinaio di metri con noi perché a reggerlo sono due amici che, causa infortunio, non hanno potuto correre sebbene iscritti. Da qualche anno il mio rapporto con la maratona è difficoltoso, ho verso di lei un atteggiamento ostile, sono come uno studente che "potrebbe dare di più", ma non si applica. Non studio, mi preparo sul Bignami, sul bigino, confido nella mia "preparazione di base", sull'esperienza e mi presento all'esame tranquillo (sapendo di non aver nulla da perdere) però con la consapevolezza di dover soffrire per la sufficienza (che quantifico nelle 4 ore). Non volevo iscrivermi a questo esame di spagnolo, mi hanno convinto i compagni di squadra, mi ha convinto il ricordo delle altre trasferte in comitiva, tutte esperienze bellissime.
Così eccomi per la 17a volta al via, in una cornice fantastica, insieme ad altri 15mila runners provenienti da tutto il mondo. Si parte in un delirio di musica, colori, giochi d'acqua, folla di contorno, mi ci vogliono quasi 10 minuti per far partire il real time, vedo in lontananza i palloncini delle 4h, la sufficienza dovrò sudarmela. Conscio dei miei limiti affronto la prima domanda (i primi 10k) prendendo tempo, con calma, il ritmo di 5,30 mi fa risparmiare energie e mi permette di riavvicinare i palloncini.
Dopo il primo ristoro incontro Sara e Luciano, lavorare in gruppo è utile per l'esame. Aiutandoci, parlandoci, superiamo insieme la seconda domanda (i 21k) poco sotto le due ore, comincia a far caldo, la strada non è quasi mai in piano, le carreggiate non sono ampie, si corre gomito a gomito, i palloncini sono alle nostre spalle. I ristori sono posizionati piuttosto male, spesso in punti dove la strada è stretta, e gli inservienti, stando davanti ai tavoli per porgere le bottiglie d'acqua ,creano ulteriore ingombro. Così nella confusione del 25k perdo i miei compagni di studio, mi tocca affrontare l'insidiosa terza domanda (i 30k) da solo. La supero, ma iniziano le bocciature, cioè gente che cammina accusando problemi fisici, appaiono le prime ambulanze, qualcuno viene soccorso esanime ai bordi della strada. E' il momento in cui mi chiedo se tutto questo sia normale, se sia giusto farsi del male fino a questo punto, è il momento in cui penso ai miei amici con lo striscione che darebbero qualsiasi cosa per essere al mio posto, alle persone che in un periodo difficile della vita trovano nella corsa un motivo di soddisfazione e di svago: questi pensieri mi impongono di continuare. Mancano meno di 10k e sto correndo più o meno al ritmo iniziale, la quarta domanda sembra facilmente risolvibile, l'arrivo è sempre più vicino, quando inesorabilmente arriva il vuoto di memoria, le gambe iniziano a radere il suolo, il ritmo cala nel momento in cui la pendenza sale. A 500 metri dal traguardo riecco lo striscione "Ossona c'è", riesco a sorridere, a far finta che tutto sia sotto controllo mentre dentro di me niente è più in ordine, in primis lo stomaco. Per un minuto e mezzo acchiappo la sufficienza, ma che fatica!
Conclusione: una bella gara, percorso con tanti saliscendi, non completamente isolato dal traffico, rapporto con gli automobilisti ottimo, strade non adatte a contenere 15 mila atleti, tanto calore dal pubblico, ristori mal posizionati e piuttosto poveri, zona partenza e arrivo molto coreografica, ben dimensionata e funzionale, bella la medaglia ricordo.
Nel 2012 Ossona ci sarà in qualche altra maratona internazionale, io probabilmente... pure.
Michele Romanini
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10 marzo 2010

7 gennaio 2010 - La Marató de Barcelona - “TWO” è meglio di “ONE”

La seconda però non è come la prima
Che io ricordi, nel lungo corso della memoria, non ho mai detto ”no o non mi piace”, a “prescindere”, (come direbbe Totò) a qualcosa che non avevo mai provato o sperimentato Poi, la successiva la rifiutavo, se non era stata di mio gradimento, come la pasta e fagioli, i tortellini all’Amaretto se si trattava di cibo oppure rapporti di amicizia o attività professionali. Con il tempo le persone cambiano e a volte mi capita di gradire quel che una volta aborrivo, come la pasta con i fagioli! Le cose che mi piacciono invece e sin dalla prima volta…..

….Two-MarathonForCapasso…. così terminavo l’anno scorso il racconto della mia prima ed affascinante esperienza in una maratona.
In un momento di follia, in questo stesso mese di marzo feci a Roma la mia prima Maratona (sempre di marzo, nel 2004, corsi la prima mezza a Piacenza), fu per me un evento eccezionale, portarla a termine. che ancora ricordo con piacere e commozione; mi piacque tanto che ad un anno di distanza ho deciso di farne un’altra e con la stessa incoscienza della prima. La PRIMA VOLTA è sempre un’altra cosa ma rimettersi in gioco è ugualmente un piacere.
BARCELLONA, sì! “La Marató de Barcelona”…Olè!
Poiché correre per me è un piacere che ho scoperto in vecchiaia, e come tutti vecchi vedo un po’ più avanti dell’azione che si va a compiere, ho pensato di andare a Barcellona perché... >>>Antonio Capasso