Caro Peppino, il mio giudizio sui pacers non dipende in alcun modo dalla
mia esperienza alla Maratona di Pisa. Non metto minimamente in discussione che
molti pacers siano animati da una sincera passione, né che chi usufruisce di
questo servizio lo apprezzi. Mi hanno insegnato sin da ragazzo che l’atletica è
uno sport individuale e gli obiettivi che ci si prefigge devono essere perseguiti
con le proprie forze e, quando si è in gara, bisogna contare solo sulle proprie
energie, senza aiuti esterni. Soprattutto in gare su lunghe distanze come una
maratona, le energie mentali, fra le quali lo sforzo di correre sin dall’inizio
ad un ritmo regolare ha un ruolo determinante, contano almeno quanto quelle
fisiche. Come sono sempre stato contrario alle lepri ingaggiate per favorire i
top runners, allo stesso modo sono e sarò sempre contrario alla presenza dei
pacers per i meno competitivi. Questa è solo la mia modesta opinione.
Colgo l’occasione per ringraziare l’amico Antonio per lo
spazio concesso e per augurare a tutti i podisti un felice 2014, sia sportivo
che nella vita di tutti i giorni.
Valerio
Leonardi