La “Karatè KidMission”
Bàgai,
dopo le
staffette della Milano Marathon ieri sera abbiamo corso per “Sport Senza Frontiere onlus” a favore del progetto “Power Zone”, un’esperienza di integrazione sociale che
promuove l’utilizzo di un’antica arte da combattimento Thailandese come
strumento di aggregazione.
La
missione prevedeva la solita corsa-incursione per le vie del centro di Milano
con tre soste per flash mob dove si installava un “ring” e si inscenavano dei combattimenti.
Ritrovo
e partenza in Piazza San Fedele sòta
l’umbra del nòster Don Lìsander; eravamo ospiti al coperto del Social Point
di Near Grouped il dress code era
“arti marziali”.
Eravamo
abbastanza numerosi anche se l’ora serale infrasettimanale ha impedito ai molti
aficionados di partecipare. Serata calda con un cielo di un azzurro intenso che la mia bèlaMadunìna la brilàvaca l’era un piasè a vardàla la su, in cima al
Dòm.
Siamo
partiti alla grande in un centro città brulicante di turisti e milanesi in fuga
dall’ufficio; prima sosta e primo ring in piazza San Carlo, dove ha avuto modo
di esibirsi Emiliano KungFù Panda che ha corso a piedi nudi per avere vinto la
scommessa della sua raccolta fondi per l’Abbraccio
onlus. Eravamo talmente rumorosi che
l’abate della chiesa è uscito sul sagrato a controllare con apprensione e
timore questo gruppo di esaltati e facinorosi. Dopo avere osservato con
sospetto il “Velino Pino” fare il
giro del quadrato con in mano il cartello col numero del round è rientrato con
un’espressione schifata “Non c’è più
religione! Ai miei tempi quel ruolo lì sul ring era affidato a delle belle
gnocche in abiti succinti!”
Altra
corsa lungo le vie della moda “allietati” dalle incessanti e rimbombanti megafonate
di Beppe Macis; io ho tentato di nascondere le pile del megafono ma lui le aveva portate nuove; dàga
in màn al megafono al Macis a l’è cumedàga in màn la càna da l’aqua a un fiulìn.
Ne siamo usciti tutti fradici …
Seconda
pausa, secondo ring e mi è toccato combattere contro l’avversario più
pericoloso che mi potesse capitare: la Donata!
Ho cercato di intortarla con inchini e offerte di fiori ma non sono riuscito ad
impietosirla e mi ha menato di brutto.
Altro
giro, altra corsa, altri passanti stupiti nel ricevere in regalo un fiore, una
cartolina, tanti sorrisi.
Terzo
ed ultimo ring in Piazza Cordusio dove ho tentato di fare il bandito mascherato
e di rapire la mia avversaria Anna caricandomela
in spalla ma alla fine mi è sfuggita!
Dulcis
in fundo al traguardo il mio figlioccio Vito mi ha fatto una serie di sorrisoni
e chiacchieratine (in perfetto dialetto milanese) da fàmdislenguà un po’ de cicia da la cuntentèsa.
Alla
prossima,
Ettore “Adrianaaaaaa”Compa
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