7 aprile 2014

6 aprile 2014: 14° Milano Marathon - Un amore così grande… Milano se lo merita? di E. Comparelli

Bagài,
ieri è stata una giornata fantastica; io mi sono divertito come una zecca bulgara sperduta nel pelo di un pastore maremmano (citazione)! Otto ore di festa, circondato da amici rumorosi, allegri, colorati, belli, felici.
Abbiamo invaso Milano e l’abbiamo “contagiata” con la nostra gioia di vivere; non me ne vogliano gli “agonisti” ma ieri la festa è stata nostra, di noi tapascioni che corriamo solo per divertimento e lo facciamo anche a fin di bene; i numeri parlano chiaro: la Milano Marathon è quella delle staffette per beneficienza.
Gli arrivi di gruppo delle onlus sono stati uno spettacolo; a me che sono grande e grosso uno non bastava ed allora ne ho fatti due, prima coi Podisti da Marte (la vera anima delle staffette) e poi con l’Abbraccio, la più marziana delle onlus, quella per cui ho corso la staffetta e fatto raccolta fondi.
Sono tornato a casa più stanco
che se avessi corso il Passatore, senza voce, con la pelata arrossata ma con un cuore talmente colmo di gioia che mi basterà per un mese intero! Abbiamo dimostrato alla città che i milanès a ghàn al còer in màn ma la città lo avrà capito?
Certo le premesse non erano state molto positive; la mia impressione è che Milano faccia fatica a meritarsi tutto il nostro amore.
Il Comune per problemi di bilancio non ha confermato la giornata ecologica (sbandierato sul sito, nelle mail e sui depliant della gara); non c’è stato accordo tra Atm, Rcs e Comune per inserire nel pacco gara il biglietto di libera circolazione sui mezzi pubblici come gli anni scorsi. Male, molto male!
Come possiamo pretendere che gli automobilisti non si inca..ino e di brutto se il traffico non è bloccato, se le informazioni non sono state date; se mi accorgo che la strada è chiusa quando ci sono dentro e non posso più andare né avanti né tornare indietro è normale che mi inca..i! Io diventerei tutto verde coi muscoli  gonfiati che mi scoppierebbero gli abiti di dosso ---)))
L’Atm a cui gli staffettisti hanno garantito una “notevole” entrata extra ha offerto un servizio da città del terzo mondo; i tempi di frequenza “festivi” dei metro ci hanno messo in seria difficoltà con viaggi al limite della decenza; c’ho messo di meno io a “correre” 10km del mio socio per spostarsi da Lotto a Centrale in metro!
Per non parlare dei problemi con le iscrizioni che chiamarli “casini” in certi casi è riduttivo! E le taglie delle magliette? Come è possibile che giovedi, dopo 3 ore dall’apertura del Village la taglia più grande disponibile per gli staffettisti fosse la M? Ed il parcheggio? 16,50 euro non sono noccioline; indicare che a meno di 5’ a piedi dal parcheggio a pagamento c’è quello per i pendolari che è gratuito e la domenica è vuoto no eh?
Tutta una serie di problematiche che personalmente mi hanno dato molto ma molto fastidio ma che non hanno intaccato la mia voglia demilanès de la bàsa di partecipare a questa festa; io alla prossima edizione ci sarò con tutto il mio entusiasmo, ma mi piacerebbe “vedere” qualche miglioramento “tangibile” da parte di chi amministra la città e di chi organizza la gara. Non è possibile che ogni anni sia un po’ peggio di quello precedente.
Per il secondo anno consecutivo ho corso e raccolto fondi per l’Abbraccio onlus (www.abbraccio.it); quest’anno ho deciso di fare una squadra di “vecchie glorie” DRS; la DRS (www.drs-italia.com) è stata la prima mailing list dedicata agli appassionati di podismo. Il nome DRS = Dead Runners Society, vale a dire Società dei Corridori Estinti deriva dalla DPS (Dead Poets Society) del film “L’attimo fuggente”.
Una quindicina di anni fa ha fatto diventare amici un bel manipolo di runners di tutta Italia che, in occasione delle gare più partecipate, organizzavano i mini-raduni; il mio omonimo Ettore “Borbone” Coppola fu il teorizzatore della divisione dei runners in due categorie: i crapuloni ed i secchioni. La mia staffetta doveva essere composta da due secchioni e due crapuloni ma … l’età e gli acciacchi ha fatto sì che si chiamasse “I 4 crapuloni” e che avesse come obiettivo quello di … arrivare alla fine!
Oltre all’ex-secchione Coppola ho “ingaggiato” Nick ex-piè-veloce Bovio, uno che correva la Stramilano delle Star il sabato mattina in 1h 07’; il terzo era l’inGeo-gnereRuggero Cassanelli che divideva con me la palma di re dei crapuloni. Geo però ha dovuto dare forfait per un intervento programmato (e poi saltato) a fine marzo ed allora ho ingaggiato Paolo “Pagliotz” Pagliotto da Loano, una “star” dei secchioni della West Coast.
Sabato sera mini-raduno cunt i gàmbsàta al taùl con la Pignatz, Patta Belfaccìn, Edda Pupillona, Geo e Nadia, Silvia Linguaccia Fiorentini, “Zagor” e Patrizia e Nicola + family; telefoniamo a Pagliotz “Sto male, sono a casa ammalato ma domani ci sono di sicuro!”
Alle 22.30 mi arriva un accorato sms dalla dolce Delphine, un’amica francesina che ho inserito in una staffetta e domani sarà all’esordio assoluto: “Bonsoir … ma Ettore il numero si mette davanti o dietro? Non ridere!”; “Il pettorale si mette sul petto e … sto ridendo!” “Mais en francais on l’appelle DOSSARD …”
Domenica mattina ‘mpìsi l’aifon e ghè un sms spedito da Pagliotzdirettamente dalla tazza del wc: “Sto male, non vengo”; se fèm?  Telefono a Geo “Dove sei? Cosa stai facendo?”; “Sto sbuff correndo sbuff”; “Fermèssùbìt prima cata sé stràca; va a cà a cambiàs e fàstrùa per la vùna e un quartin via Pisani insèma a la Nadia che tafè la tèrsafrassiùn!”; “Obbedisco!” L’ingegnere più deingegnerizzato d’Italia rientra nella nostra formazione.
Al ritrovo in Fiera è un tripudio di incontri con amici; una sacco di Marziani, di Road, di Abbraccini (91 staffette + 60 maratoneti!); presento a Ettore e Nick un sacco di belle persone. Commento del Nick fa-balà-l’oèch: “UèCompa, mi hai presentato 124 amici, 14 erano maschi e le altre tutte erano belle gnocche e la hai pure abbracciate tutte!” “Nicola, che devo dirti? E’ un compito duro ed ingrato ma per fortuna io mi sento all’altezza”
Dopo altri saluti, abbracci e foto io e Ettore torniamo al metro per raggiungere le nostre postazioni; il treno è superaffollato e nelle successive stazioni non tutti riescono a salire … Raggiungo la zona cambio e trovo un sacco di amici e di Abbraccini/e; mentre mi sto cambiando suona il telefono, è Nicola “Compa, ho due problemi: mi fa male il polpaccio e ritarderò un po’ e … il nostro chip è nello zainetto che ho dato a te …” Siamo o non siamo una squadra di crapuloni?Concluderemo regolarmente la gara dopo 4h 18’ 16” ma la staffetta 486 non comparirà in classifica.
Il cambio arriva prima del previsto e parto; la tattica è di fare da subito il Compa-Galloway 50e50 ma devo passare davanti a 1.800 staffettisti che mi salutano ed incoraggiano e non posso fermarmi subito. La tattica và a ramengo e dopo 800m alla fine della zona cambio … a sùngiamòsciupà!
Ma la giornata è talmente bella, la gente che mi circonda tanto simpatica ed affettuosa che non soffro per nulla né il caldo né la fatica delle gambe che non vogliono andare. E poi che piacere essere superato da tanti amici che ti salutano; si ferma ad abbracciarmi la splendida Monica del team “Fashion Runners 4 Abbraccio”(4 gnocche da pauraaa), mia compagna della staffetta “Bagài” di 4 anni fa.In Corso Sempione vedo sfrecciare come un treno nell’altro lato la mèamìsa Claudia Gelsùmina che vincerà il titolo italiano col nome di Valeria Straneo (fonte: Gazzetta dello Sport); incrocio poi la Popicol mio figlioccio Vito a cui dò un bacione sulla pelatina; fa un cald da l’ostrega ed allo spugnaggio del Làmber mi godo una bella doccetta rinfrescante.
Arrivo al cambio ancora vivo e consegno a Geo il chip e la canotta con attaccato il terzo pettorale che mi sono portato dietro per 10km; a l’è  bagnàda un po’ de sudùr e un po’ per la doccia …
Con Nicolaprendiamo il metro ed andiamo a Cadorna; ci rifocilliamo con una bella porcata di hot dog e coca e poi al 32° km, sotto il mio ufficio, aspettiamo il passaggio di Geo; secondo i suoi tempi dovrebbe arrivare ma dopo 10’ siamo moooolto preoccupati! Poi telefonoalla Nadia che ci risponde in Lammarese “Geo, ma l’è già che passato da ‘n bel po’ e l’Ettore ell’è partito come un razzo” . Vabbè ne approfitto per dare un abbraccione di grande soddisfazione alla mia teneronaLamisangeles che non ce la fa più ma che si farà tutti i suoi 42,195km di grande fatica fino all’ultimo metro.
E poi per finire aspetto coi Marziani il nostro turno per fare l’arrivo di gruppo sotto un sole che ci cuoce a bagnomaria, circondato da tanto bendiddio; ci sono letedeschine Dagmar e Simona-Heidi, la Lory, la rubiconda Olivia, la Monica coi bimbini nel carrettino, la Super-TopolonaLù, la Duemele, la Mari-Raspetta, la cavallina Monica, La Milvietta e la Lucia, le tre Tino-Rossine, la FerraLisa … insomma siamo circondati.  Festoso, allegro, chiassoso e variopinto il nostro arrivo; qualcuno cerca di dare fuoco a Pino ma non ci riesce ed il mio Speaker preferito mi intervista in milanès (Rossti ho bidonato ma ho dovuto cambiare frazione!).
Poi torno indietro ed aspetto i 14 maratoneti del “Nicky’s TeamInsieme fino al traguardo” che viaggiano con la carrozzina di Niccolò che compie 14 anni ed ha fatto gli ultimi 14 km “battenzando” 14 torte. 1 per km,  con una candelina ciascuna. Ci sono tutte le Abbraccine, la nostra dolcissima campionessa Emma Quaglia, i compagni di scuola, gli amici, le mamme; è un tripudio di colori bianco e azzurro, palloncini, coriandoli, e vabbè … mi commuovo cume un bagaìn!
Mi soffermo per qualche saluto e poi torno a casa stanco ma davvero cuntèntmèna pasqua. E faccio il tempo ad abbracciare la Cinzia all’ultimo km della sua fatica.
Pe finire vi allego senza commenti, perché non ne ha bisogno un post di uno dei 14, PierPaolo “Er Puma” Bortone:“Oggi mentre correvamo gli ultimi 14km insieme al Nick riflettevo. Pensavo alla sua forza, alla sua capacità di smuovere il mondo, di far cambiare le cose, le persone, di migliorare la nostra società e la vita degli altri. Soprattutto grazie alla sua mamma che non smette di credere mai e instancabile gli fa da voce, da braccia e da gambe. Ma anche grazie ai suoi compagni di scuola che sono davvero speciali e lo portano in alto con le loro urla e le loro coccole. I nonni e tutte le persone che gli ruotano attorno, ruotano attorno alla sua gravità. Il Nick, si proprio lui, nel suo "piccolo" può tutto questo, può far correre maratone e ultra maratone a chi non l'ha mai fatto, può far costruire spazi nuovi per chi ne ha bisogno, può dare voce e gambe a chi non ce l'ha, può far continuare a credere che è possibile essere migliori anche a chi non lo crede più. Niccolò è il volano, Niccolò è il centro di gravità permanente! Grazie Niccolò grazie Simona la Salandra per questa giornata stupenda!”
Alla prossima.
Ettore “MarzianAbbraccione” Compa

1 commento:

  1. Condivido pienamente tutto quanto scritto.....anche per me e la mia Silvana, partecipare e' stato...... Bellissimo! .....

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